Il felice 2018 della casta: via il tetto a stipendi e vitalizi in Parlamento e in due regioni

Il felice 2018 della casta: via il tetto a stipendi e vitalizi in Parlamento e in due regioni
Se il buongiorno si vede dal mattino, il 2018 è un anno davvero felice per gli stipendi dei dipendenti delle istituzioni politiche. Alla Camera dei Deputati e al Senato, dal 1 gennaio, non esiste più il tetto agli stipendi e ai vitalizi introdotto nel 2014 che, per quest'anno, avrebbe garantito un risparmio di oltre 23 milioni di euro. Lo ha deciso la Commissione giurisdizionale interna di Montecitorio, dopo il boom di ricorsi (oltre un migliaio) che aveva paralizzato la sua attività. La decisione, che interesserà anche le assemblee di due regioni italiane (Lazio e Sicilia) oltre al Parlamento, è in linea con un principio stabilito dalla Corte Costituzionale, che in queste materie ammette interventi solo temporanei.

Come riporta La Stampa, tra Camera e Senato saranno 2200 i dipendenti che vedranno, dopo tre anni, aumentare i propri stipendi oltre il tetto prefissato nel 2014. Qualche esempio: stop al tetto di 99mila euro lordi annui per commessi, centralinisti e barbieri con più di 23 anni di anzianità, dal 1 gennaio potranno arrivare a oltre 136mila; aumento da 106mila a 152mila euro per collaboratori tecnici con 40 anni di anzianità; i segretari parlamentari passeranno da 115mila a 156mila euro; i ragionieri da 166mila a oltre 237mila euro e i consiglieri parlamentari potranno vedere i loro stipendi schizzare dai 240mila euro dello scorso anno a 358mila. Lucia Pagano, che ricopre il ruolo di Segretario generale della Camera, potrà così passare da 263mila euro a 406mila.

Il ritorno all'antico non ha riguardato solo il Parlamento, ma anche due assemblee regionali. Nel Lazio, prima Regione a tagliare i vitalizi per i consiglieri regionali e a introdurre un contributo di solidarietà del 18% per gli assegni in essere, il presidente Nicola Zingaretti è finito sotto attacco da parte delle opposizioni, M5S in primis, ma ha spiegato: «La misura era necessaria per evitare una pioggia di ricorsi, come avvenuto per Camera e Senato, ma alla prossima legislatura ripristineremo il fondo di solidarietà che serve a tagliare i vitalizi pregressi». Lo stesso è accaduto in Sicilia, dove l'assessore all'Energia Vincenzo Figuccia ha minacciato di dimettersi in polemica col presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè, il quale era favorevole all'eliminazione dei tetti di stipendi e vitalizi. La questione, tutta interna al centro-destra insediatosi da pochi mesi alla guida della Regione, potrebbe portare a trattative coi sindacati per ripristinare i vecchi tetti o per introdurne di nuovi.
Ultimo aggiornamento: Sabato 6 Gennaio 2018, 14:41
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