Suicidarsi in videochiamata con la figlia: Roberta Bruzzone, criminologa, cosa si evince dalla crudeltà di questa scelta?
«L’intento dell’uomo era chiaramente punire la compagna per averlo lasciato, atto interpretato come un’umiliazione pubblica. Una scelta di questo tipo nasce da un ragionamento lucido, mirato a garantire un effetto devastante sul maggior numero possibile di persone, anche dopo la propria morte. Di fatto, è un atto persecutorio post mortem. La bimba sarà traumatizzata e la madre avrà per tutta la vita, davanti agli occhi, le conseguenze di quel gesto e, dunque, il suo ex».
Era il padre di quella bimba: perché colpirla in tale modo?
«I figli in questi frangenti vengono completamente svestiti della componente affettiva e visti come mezzo per portare avanti una terribile vendetta e assicurarsi il risultato. Per questo non vengono risparmiati. Ha scelto la bimba, forse anche a rappresentare simbolicamente la compagna».
Quali le ricadute sulla piccola?
«Un trauma di tale tipo, per certi versi, è irreversibile.
E il suicidio?
«Il suicidio, in questi casi, è solo un modo per sottrarsi alle conseguenze delle proprie azioni. L’obiettivo principale è danneggiare nel modo peggiore e pubblicamente le proprie ex partner».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Dicembre 2020, 09:35
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