Non poteva avere figli, oggi ha partorito un bimbo grazie alla sorella gemella: il primo caso al mondo

Non poteva avere figli, oggi ha partorito un bimbo grazie alla sorella gemella: il primo caso al mondo
Il caso unico al mondo. A Bologna è nato un maschietto di poco meno di tre chili, è in ottima salute e la madre, quando lo ha visto, ha pianto di gioia. Solo due anni fa lei e suo marito non potevano neppure pensare di avere bambini, ma l'impensabile è divenuto possibile grazie a una sorella che ha voluto condividere la possibilità di riprodursi e a un percorso medico e chirurgico che ha coinvolto un'equipe internazionale. Il cesareo eseguito al policlinico Sant'Orsola di Bologna è il dodicesimo caso di parto dopo trapianto di utero, il primo in Italia, ma soprattutto il primo al mondo che vede protagoniste due gemelle omozigote, di origine serba ma residenti da anni in Italia.

Primo caso al mondo di trapianto d'utero tra sorelle gemelle



La nuova madre, nata senza utero per una malformazione, ha 38 anni e ora, hanno spiegato i medici, potrà partorire ancora, se lo vorrà. La sorella aveva avuto tre figli, quando ha deciso di privarsi dell'organo, per donare una speranza a chi stava valutando se ricorrere alla maternità surrogata. Il trapianto è stato fatto a Belgrado il 26 marzo 2017: dieci ore di espianto e cinque di impianto. Il fatto che le due fossero gemelle ha cancellato il rischio di rigetto. Intanto era cominciato un programma di concepimento assistito a Stoccolma, con ovuli fecondati dal seme del marito e embrioni crioconservati. La gravidanza poi è stata seguita a Bologna dal Sismer, centro di ricerca per la fecondazione assistita: tutto è stato regolare e non ha avuto complicanze, così come non ci sono stati problemi durante il cesareo. La fecondazione assistita è necessaria perché il trapianto ha riguardato l'utero e non le tube e sarebbe stato rischioso fare diversamente. Non è neppure possibile, in questi casi, il parto naturale.

Il tutto è stato seguito da una sinergia di specialisti delle università di Goteborg, Stoccolma, Belgrado, Harvard e dal Sismer. «La più grande ricompensa è stata vedere i genitori felici», hanno detto i medici. «Quella di oggi è una pietra miliare sia nel campo della medicina della riproduzione che in quello dei trapianti. Questo successo si aggiunge a quelli già ottenuti nei trapianti madre-figlia, in cui abbiamo una percentuale di bambini nati dell'85%», ha aggiunto il professor Mats Brannstrom, direttore della clinica Stoccolma Ivf. Un risultato che si pensa di poter migliorare nei prossimi anni. La ricerca infatti avanza e potrebbe confrontarsi con nuove sfide. Sono diverse, tre o quattro al mese, le persone trans che chiedono informazioni. Ma è un tema che al momento è ancora sviluppato come ricerca specifica e in ogni caso, è stato spiegato, servirebbero diversi anni di test prima di poterne parlare. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Giugno 2018, 22:42
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