Via D'Amelio, l'ira della figlia di Borsellino: "Buttati 25 anni di indagini"

Via D'Amelio, l'ira della figlia di Borsellino: "Buttati 25 anni di indagini"

di Stefania Cigarini
«La tragica morte di Paolo Borsellino, insieme a coloro che lo scortavano, deve ancora avere una definitiva parola di giustizia. Troppe sono state le incertezze e gli errori che hanno accompagnato il cammino nella ricerca della verità» sono cadute come pietre le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri a Roma, al Consiglio Superiore della Magistratura, nel corso della commemorazione di Paolo Borsellino. A venticinque anni dalla strage mafiosa - il 19 luglio 1992 - sono ancora tanti gli interrogativi sulla fine del magistrato e della sua scorta. 

Più dura, una delle figlie di Borsellino, Fiammetta: «In questi anni di indagini e processi doveva esserci una vigilanza che, a nostro avviso, non c'è stata. Sono stati venticinque anni buttati al vento», ha detto ieri uscendo dalla Prefettura di Palermo dopo essere stata sentita in Commissione nazionale antimafia».

Una replica è arrivata da Nino Di Matteo, uno dei giudici che, quelle indagini, condusse: «Bisogna rispettare la memoria di Borsellino e il dolore dei familiari, ma in questi anni c'è chi ha continuato a cercare la verità e si è esposto e ha esposto la propria famiglia a rischi gravissimi sacrificando la propria libertà e carriera».

E ieri un blitz di Polizia e Guardia di finanza ha smantellato il clan di Brancaccio a Palermo, portando all'arresto di 34 persone. Nella stessa città, l'anniversario delle stragi di Capaci e di via D'Amelio, è stato celebrato inaugurando un murales sulla parete dell'IISS Gioeini-Trabia, che ritrae i due magistrati uccisi. 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Luglio 2017, 09:19