Neomamme, è boom di addio al lavoro: «Oltre 37mila rinunciano dopo un figlio». I dati dell'Ispettorato. I padri sono un terzo in meno:14mila

Neomamme, è boom di addio al lavoro: «Oltre 37mila rinunciano dopo un figlio». I dati dell'Ispettorato

di Stefania Cigarini
L’Italia non è un Paese per mamme: nel 2019 sono state oltre 37mila a dimettersi dopo aver fatto un figlio contro poco meno di 14mila neo-padri. 

Lo certifica il rapporto dell’Ispettorato del Lavoro (Inl) sulle convalide di dimissioni e risoluzioni consensuali di madri e padri, reso noto ieri. Sono 37.611 le lavoratrici neo-mamme che si sono dimesse nel corso del 2019; i papà sono stati invece 13.947. Oltre al dato numerico e statistico - un totale di 51.558 provvedimenti, con l’incremento del 4% rispetto al 2018 - quello che balza agli occhi è che la maggior parte dei casi (73%) riguardi le donne. 

E non è una novità, piuttosto un trend, che esclude il fenomeno sommerso delle dimissioni in bianco (fatte firmare contestualmente alla lettera di assunzione) o dei licenziamenti camuffati da decisioni volontarie. Il rapporto dell’Ispettorato del Lavoro certifica la volontarietà dei casi di dimissioni, ma questo non toglie che la ragione dell’abbandono del lavoro soprattutto da parte delle neo-mamme riguardi la difficoltà di gestire il nuovo status con la mancanza di aiuti concreti. Quasi 21mila intervistate e intervistati hanno dichiarato di aver dato forfait per assenza di parenti a supporto (nonni), per il costo non sostenibile di asili e baby sitter o per la mancata accettazione del pargolo al nido. 

L’altro grande scoglio - secondo il rapporto Inl - è la scarsa disponibilità dei datori di lavoro alle esigenze di conciliare il nuovo ruolo di genitore con l’impiego. Nella pratica solo il 21% delle richieste di part time o flessibilità lavorativa - 436 su 2.085 (due domande su dieci)- presentate da chi ha figli piccoli, è stato accolto. 
«I dati Inl confermano la necessità e l’urgenza di misure rivolte alle neo madri - ha commentato Nunzia Catalfo, ministra del Lavoro e delle Politiche sociali - Vogliamo avviare una seria azione di contrastato al part-time involontario ed introdurre una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni».
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LA TESTIMONIANZA DI CATERINA BALDINI GIORNALISTA SKY
​Nuota controcorrente - con tutta la fatica del caso - Caterina Baldini, giornalista Sky a Milano, mamma di Allegra, 3 anni, avuta da Alessandro Onorato, imprenditore e consigliere comunale a Roma.
La sua giornata-tipo?
«Non ce l’ho, devo adattarmi e improvvisare ogni giorno; combinare le esigenze della bimba con i turni di lavoro e le trasferte Roma-Milano. Ho una persona ad ore che mi aiuta. È comunque molto faticoso, occorre anche tanta forza fisica».
Lei però ce la fa.
«Mi considero privilegiata faccio un lavoro che amo e ho rimandato il progetto-figli a 38 anni, proprio per consolidare la mia posizione. Ma capisco chi molla, chi non può contare su altri aiuti, chi non riesce a far quadrare i conti in un Paese dove la disparità di salario tra uomini e donne è ancora una piaga in molti ambiti lavorativi. E quindi sono sempre le donne a dover rinunciare». 
Come dare una mano alle mamme? 
«Asili aziendali e kinder park, questo già sarebbe un aiuto fondamentale».
Il suo progetto di famiglia?
«Quello di allargarla». 
Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Giugno 2020, 08:35
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