Michela Murgia, addio alla scrittrice. Domani alle 15.30 i funerali nella Chiesa degli Artisti a Roma

Aveva rivelato di combattere contro un carcinoma renale al quarto stadio. Nonostante la malattia, aveva continuato il suo racconto attraverso i social. Era autrice di successi come "Accabadora" e "Tre ciotole"

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di Redazione web

Michela Murgia è morta a Roma. Aveva 51 anni, ed era malata da tempo. Aveva rivelato nei mesi scorsi di combattere contro un carcinoma renale al quarto stadio. Nonostante la malattia, aveva continuato il suo racconto attraverso i social. 

Domani i funerali nella Chiesa degli Artisti

Il funerale di Michela Murgia sarà alla Basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti, alle 15.30 di sabato 12 agosto (domani). Lo si apprende dalla famiglia della scrittrice, morta ieri all'età di 51 anni.

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Il racconto del tumore

«Io sono arrivata in ospedale in fin di vita - ha raccontato di recente a Vanity Fair -. In ambulanza, in pronto soccorso e poi subito in sala operatoria. Era il secondo lockdown, Capodanno del 2021. Ero in condizioni di semi incoscienza, convinta di morire e con i medici convinti che sarei morta. In realtà, sono sopravvissuta alla terapia intensiva per una reazione straordinaria del corpo alle prime cure di rianimazione e a due operazioni di svuotamento d’acqua dei polmoni. Quando mi sono ripresa e sono uscita, quando è arrivata la diagnosi del tumore era una buona notizia, perché avevo ancora tempo: non sarei morta in terapia intensiva». 

 

La 51enne scrittrice ha poi aggiunto altri particolari, rispondendo sempre alla stessa domanda: «Non ho provato rifiuto: quella notizia non voleva dire cancro, voleva dire tempo. Non ho paura della morte. Ho paura del dolore. Se si ammalasse uno dei miei figli, non sarei così serena. In quel momento non si erano ancora presentate né metastasi ossee né cerebrali. È gestibile anche questo stadio, perché posso parlare con lei, posso vivere, posso scrivere.

In questo anno e mezzo ho scritto, sono andata in America da Alessandro, mi sono goduta le sfilate, sono andata sull’Orient Express… E tuttora ogni mattina mi sveglio pensando che ci sono persone che hanno la mia malattia e che non hanno la mia qualità di vita».

La vita di Michela Murgia


Cinquantun anni, sarda, scrittrice, attivista, Murgia aveva segnato il dibattito pubblico negli ultimi anni, grazie alle sue posizioni politiche e femministe, dopo aver segnato quello letterario, campo in cui era entrata a gamba tesa nel 2006 quando pubblicò, per Einaudi, "Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria", un romanzo autobiografico nato come blog, in cui narrava le vicende lavorative in cui si era trovata e da cui Paolo Virzì trasse il film "Tutta la vita davanti", seguito da "Accabadora" che vinse il Premio Campiello. Fu il primo di una serie di libri di successo alternando romanzo a saggio, spaziando dalla religione alla politica fino al femminismo, diventando una delle principali agitatrici culturali, esponendo il fianco alle critiche della destra che negli ultimi anni ne aveva fatto un obiettivo da combattere.

Il suo ultimo libro era Tre ciotole, opera con cui aveva scelto di tornare alla forma non saggistica a otto anni da Chirù, ma nel frattempo Murgia era stata molto attiva. Oltre a un podcast molto popolare assieme a Chiara Tagliaferri, Morgana, diventato anche un libro di successo, Murgia aveva scritto opere saggistiche come "Ave Mary. E la chiesa inventò la donna" tornando a parlare di religione, lei che era laureata in Teologia, poi "Istruzioni per diventare fascisti", "Stai Zitta, e altre nove frasi che non vogliamo sentire più" e "God Save the Queer. Catechismo femminista". Era impegnata anche come editorialista e dal 2021 curava la rubrica dell'Espresso L'antiitaliana, che in precedenza era di Giorgio Bocca e poi di Roberto Saviano. Nel giugno 2023 era stata nominata Cavaliera delle Arti e delle Lettere in Francia.

L'annuncio del matrimonio: «Niente auguri»

«Qualche giorno fa io e Lorenzo ci siamo sposati civilmente». Così lo aveva annunciato Michela Murgia, pubblicando sui social il video delle firme con in sottofondo la canzone Nobody's Wife di Anouk. La scrittrice, che stava lottando contro un tumore, aveva spiegato la decisione delle nozze : «Se avessimo avuto un altro modo per garantirci i diritti a vicenda non saremmo mai ricorsi a uno strumento così patriarcale e limitato».


Ultimo aggiornamento: Sabato 12 Agosto 2023, 13:55
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