Mattia Mingarelli scomparso, il mistero dopo l'ultimo post su Instagram dal bosco

Mattia Mingarelli scomparso, il mistero dopo l'ultimo post su Instagram dal bosco

di Simone Pierini
Cosa è successo a Mattia Mingarelli? La sua scomparsa è avvolta nel mistero, avvenuta poco dopo l'ultimo post su Instagram che non faceva intendere nulla di pericoloso e nessun gesto folle. La foto del suo cane Dante nel bosco, la neve sullo sfondo e queste poche parole: «Stagione invernale #GAME!!  #snow  #dog  #chiesainvalmalenco  #nature #dog  #dante #preoccupato #ski». Sono passati 5 giorni da quello scatto e del giovane non si hanno notizie. Il cane è stato ritrovato a vagare tra la baita dove alloggiava e il ristoro, il cellulare era in terra nella neve. 



«Non sono emersi, al momento, elementi che possano spingerci verso una ipotesi delittuosa. Ma non sono da escludere altre piste e le ricerche proseguono senza sosta». Lo ha affermato il procuratore della Repubblica di Sondrio, Claudio Gittardi, in una conferenza stampa convocata al Comando provinciale dei carabinieri di Sondrio per fare il punto sul giallo della scomparsa di Mattia Mingarelli, 30 anni, di Albavilla (Como), di cui si sono perse le tracce da venerdì pomeriggio sulle montagne della Valmalenco. «Da quanto abbiamo accertato - ha aggiunto il capo della Procura affiancato dal col. Emanuele De Ciuceis, comandante provinciale dei carabinieri di Sondrio - il giovane sarebbe arrivato in zona da solo, in compagnia soltanto del suo cane. In località Barchi, avrebbe lasciato i bagagli nella sua baita per poi raggiungere un rifugio alpino della zona per pranzare (non il ristoro Barchi distante poche decine di metri dalla casa nel comasco). Si è poi congedato dicendo che sarebbe tornato per cena ma non è più tornato».

Dopo aver pranzato, sempre secondo le ricostruzioni degli investigatori, il trentenne, agente di commercio in una ditta di Dubino (Sondrio) sarebbe andato a fare una passeggiata con il cane. Attorno alle 16 pubblica una foto dell'amico a 4 zampe poi svanisce nel nulla. Nella notte il cane invece non tornerà a casa, verrà trovato il giorno dopo che vaga tra la baita e il ristoro. Il cellulare, invece viene rinvenuto la mattina successiva nella neve, a poca distanza dalla casa dello scomparso dal gestore del ristoro Barchi che lo consegna ai genitori del trentenne giunti in quota a 1700 metri per contribuire alle ricerche del ragazzo. «L'ipotesi su cui stiamo lavorando - ha concluso il magistrato - è quella di un incidente o un malore in montagna. Stiamo perlustrando una ampia zona montuosa anche con i cani molecolari. Meno probabile l'ipotesi di un allontanamento volontario o di un gesto disperato. Non c'è nulla che possa far credere alla pista del suicidio. Stiamo lavorando e non escludiamo nulla».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Dicembre 2018, 18:23
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