Tragedia sulle Alpi, sei morti: cinque sono italiani. «Bloccati da una bufera di neve»
«Da decenni - conclude parlando in generale - gli incidenti in montagna sono più o meno lo stesso numero, un po' più sull'Himalaya, perché va più gente. È successo anche a un italiano nelle ore scorse, ma la sua tenda è stata portata via dal vento con lui dentro.
Non poteva salvarsi». «In quelle condizioni - prosegue - per un po' ci si riesce a muovere, poi non più, subentra la disperazione. Forse la guida sperava di arrivare al rifugio. Morto lui poi gli altri probabilmente non sapevano cosa fare».
Betti era manager alla Thun, Marcello un commercialista. Gabriella un'insegnante
«È una condizione che io ho vissuto almeno cento volte - racconta Messner - ma il problema è che se ti trovi in Antartide è grave, però non hai dei crepacci, mentre in montagna sì. Col vento forte e il freddo, come ho capito che è successo in Svizzera, se non hai un'esperienza estrema perdi la testa. La bufera ti butta giù e la morte è la conseguenza. Pensiamo che i vestiti, le scarpe e i gps che ci sono adesso ci rendano sicuri, ma la montagna è sempre pericolosa. Servono se puoi arrivare al riparo, ma se ti fermi non bastano come aiuto».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 3 Maggio 2018, 15:55
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