L’Italia sta perdendo i giovani, tre milioni in meno in 20 anni: in casa con i genitori fino a 34 anni, il primo figlio a 33

La fotografia Istat: -23% di under 34 dal 2002, siamo fanalino d’Europa

L’Italia sta perdendo i giovani, tre milioni in meno in 20 anni: in casa con i genitori fino a 34 anni, il primo figlio a 33

di Alessandra Severini

L’Italia non è un paese per giovani. Gli under 35 sono sempre meno nel nostro paese come rileva il rapporto Istat “I giovani del Mezzogiorno”. L’Italia è il Paese Ue con la più bassa incidenza di 18-34enni sulla popolazione (nel 2021 17,5% mentre la media Ue è del 19,6%). Rispetto al 2002 ci sono 3 milioni di giovani in meno (-23,2%) nonostante la popolazione sia cresciuta (+3,3% dal 2002). Il calo è particolarmente elevato al Sud (-28% dal 2002) tanto che si prevede che nel 2061 la percentuale di ultrasettantenni residenti nel Meridione sarà del 30,7%.

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L'inverno dei ragazzi

Nel 2023 in Italia si contano circa 10 milioni 200mila giovani nella fascia di età 18-34 anni.

Ma non solo. Si dilatano notevolmente i tempi di uscita dalla casa dei genitori, di formazione di una famiglia propria, della prima procreazione. Insomma, in un’Italia che invecchia fanno fatica i giovani a diventare adulti. Il 64,3% dei 18-34enni nel Nord Italia vive in famiglia, nel Mezzogiorno questa percentuale sale al 71,5% mentre nella Ue la media è del 49,4%. Si posticipano matrimonio e figli. Nel 2021, l’età media al (primo) matrimonio degli italiani è di circa 36 anni per lo sposo (32 nel 2004) e 33 per la sposa (29 nel 2004); quella della prima procreazione per le donne è in continuo aumento (32,4 anni contro 30,5 nel 2001). Sono soprattutto le Regioni caratterizzate da un alto tasso di disoccupazione e da un debole sistema produttivo a perdere i ragazzi: ai primi posti Sardegna ( -39,8%) e Calabria (- 32,2%). Del resto molti lasciano la propria regione d’origine già al momento di iscriversi all’università per non farvi più ritorno (il 28,5% dei meridionali si iscrive in atenei del Centro-nord e il 39,8% vi prende la laurea).

Futuro incerto

Le incertezze sul futuro, la difficoltà a trovare un lavoro pagato dignitosamente, i costi altissimi per vivere autonomamente si riflettono sulla qualità della vita di questa fascia d’età: oltre un giovane meridionale su due (51,5%) è insoddisfatto della propria situazione economica (la percentuale è del 40,7% nel Centro-nord). Oltre un giovane meridionale su cinque (21,8%) si dice insicuro verso il proprio futuro, mentre nelle regioni del centro-nord la percentuale scende al 15%.

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Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Ottobre 2023, 07:30
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