Il procuratore Gratteri: «Roma in mano alle mafie, 'ndrangheta sta comprando alberghi e ristoranti del centro storico»

Il procuratore Gratteri: «Roma in mano alle mafie, 'ndrangheta sta comprando alberghi e ristoranti del centro storico»
«La 'ndrangheta ha potere anche a Roma, purtroppo la presenza delle mafie a Roma c'è da 50 anni e più e c'è un accordo tacito tra le famiglie di ndrangheta più importanti di non costituire un locale, fare una struttura-base, come c'è a Torino a Milano e nell'hinterland, o in Emilia Romagna, ma siccome è la Capitale d'Italia, è una città aperta, ognuno può venire e fare business. Roma è vasta e grande, il centro storico dà mille opportunità di acquisto, di riciclaggio, soprattutto in questi 12 anni di crisi economica, gli unici ad avere liquidità sono le mafie in particolare la ndrangheta e in particolare questi che trafficano in cocaina, e quindi stanno comprando alberghi, ristoranti e pizzerie, dove poi riciclano». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro, ​Nicola Gratteri.

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L'autore di Storia segreta della 'ndrangheta, una lunga e oscura vicenda di sangue e potere, edito da ​Mondadori, è stato ospite questa mattina nel corso di Non Stop News, trasmissione di informazione condotta da Pierluigi Diaco, Fulvio Giuliani e Giusi Legrenzi, in onda su RTL 102.5 e in Radiovisione sul canale 36 del Dtt e sul 750 di Sky.

Nel suo libro, Gratteri analizza la genesi del potere della 'ndrangheta nel nostro Paese, e spiega che l'origine della diffusione delle mafie è un «percorso che va da prima dell'Unità dell'Italia  a oggi, la domanda è come mai dai i ladri di polli si è arrivati alla mafia. Negli archivi di Stato c'è risposta: quando i detenuti politici rinchiusi nel carcere borbonico di Favignana, erano mischiati a detenuti comuni, calabresi, campani e siciliani, questi criminali hanno copiato dalla politica tutto: pizzini e tutto ciò che serviva a  non farsi intercettare. Poi c'è stato l'abbraccio tra borghesia, aristocrazia e popolo. In ogni epoca c'è l'interessenza,  cioè  prima c'è appoggio dalla borghesia e legittimazione della mafia,  poi  vediamo la  sottomissione attraverso il voto di scambio».

Gratteri poi analizza la radice dello strapotere economico della 'ndrangheta: il commercio internazionale di cocaina, «La 'ndrangheta - spiega il procuratore - ha il quasi monopolio dell'importazione di cocaina in Europa, è l'unica mafia che acquista un chilo di cocaina con il principio attivo al 98% a minor prezzo in Amazzonia, a 1000 euro invece che 1800, in Colombia, Bolivia e Perù, gli unici Stati in cui si produce cocaina pura. Poi taglia la droga e ne fa dosi che costano 50 euro al grammo. Quindi, non esiste nessuna forma tra lecita e illecita più redditizia e con questi soldi stanno comprando tutto quello che si può comprare in Europa», conclude Gratteri​​

 
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Novembre 2018, 11:14
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