Gino Cecchettin: «All'inizio volevo vendetta, ma quando sento la rabbia che cresce in me mi concentro su Giulia»

"Mi sveglio tutte le mattine e passo davanti alla camera di Giulia. Soffro tantissimo, ma poi divento più forte"

Gino Cecchettin: «All'inizio volevo vendetta, ma quando sento la rabbia che cresce in me mi concentro su Giulia»

di Redazione Web

Il dolore dentro, per sempre. Gino Cecchettin lo affronta ogni giorno dalla morte di sua figlia Giulia Cecchettin, uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta. «Dopo il fatto avevo voglia di vendetta, ma poi mi sono concentrato su di lei che era amore ed è scomparso tutto il resto. Quando sentimenti di rabbia e vendetta iniziano a palesarsi mi concentro su di lei e ogni sentimento di odio svanisce. Per questo non ho voluto nominare Filippo. Nel libro volevo lasciare solo il bello. E non faccio “il firma copia”, scusatemi, perché per me è un memoriale», le sue parole dialogando con Viola Giannoli nel cortile d'Onore del Palazzo Reale a “Repubblica delle Idee”.

Cecchettin e il dolore per Giulia

«Mi sveglio tutte le mattine e passo davanti alla camera di Giulia.

Soffro tantissimo, ma poi divento più forte e quando esco da quella stanza sono in grado di salire su un palco come questo e sono in grado di parlare, di contattare le Università per la Fondazione e sono in grado anche di andare a mangiare una pizza e di essere felice. Ho altre due figli e ho il dovere di essere forte. Voglio ricordare la mia Giulia e questo mi permetterà di essere potente e nessuno mi potrà dire di come vivere il mio dolore. Ognuno deve capire come vivere il suo», le parole di Cecchettin riportate da Repubblica.


Ultimo aggiornamento: Martedì 23 Aprile 2024, 15:02
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