CAT S60, ecco tutti i segreti del nuovo dispositivo della polizia ferroviaria

CAT S60, ecco tutti i segreti del nuovo dispositivo della polizia ferroviaria
Ecco tutti i segreti del CAT S60, nuovo dispostivo della polizia ferroviaria

PATTUGLIE SEMPRE VISIBILI SUL MONITOR Un giorno qualunque di pattugliamento sui treni locali. Sui monitor della sala operativa a Termini o in Stazione Centrale centrale pallini rossi in movimento indicano dove si trovano gli agenti in quel momento. È la geolocalizzazione del palmare: in questo modo le pattuglie non sono mai isolate, mentre si muovono lunga la rete di binari che in Lombardia copre 1869 chilometri e il Lazio 1211.

LA CAMERA CHE VEDE LE FONTI DEL CALORE Era fantascienza da film, ora basta azionare la termocamera di cui il palmare è dotato: individua le fonti di calore e permette così agli agenti Polfer, costretti spesso a muoversi in zone poche illuminate, di fare foto o video in contesti di scarsa illuminazione e di individuare persone nascoste, che compaiono sul display come sagome arancioni. Ma anche cercare superstiti in eventuali disastri ferroviari.

RICONOSCE LE FACCE SUI DOCUMENTI Il palmare scansiona i documenti e persino le foto su carte d’identità, passaporti e permessi di soggiorno. È sufficiente leggere il codice a barre con la fotocamera per avere sul display i dati e la foto della persona controllata. E appurare la validità del documento. Un segnale sonoro avverte se ci sono anomalie, ad esempio se la foto non corrisponde a quella in banca dati.

IL SEGNALE SONORO CHE DICE: ARRESTATE Il palmare è collegato con lo Sdi, acronimo che sta per Sistema d’indagine, ovvero la banca dati delle forze dell’ordine.
Se sulla persona controllata pendono un ordine di cattura o altri provvedimenti di polizia, in tempo reale un segnale acustico simile a un sonar scatta nella sala operativa, che si allerta sul caso, comunica con la pattuglia, può dare istruzioni e inviare rinforzi.

Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Giugno 2018, 06:00
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