A pochi giorni dalla morte di Silvio Berlusconi, l'ex presidente del Consiglio e fondatore di Fininvest e Forza Italia - nonché ex patron del Milan - scomparso lo scorso 12 giugno a 86 anni, il dibattito ormai più caldo riguarda il suo testamento. Secondo quanto scrive oggi Il Messaggero, per l'apertura del testamento si allungano i tempi e il notaio Arrigo Roveda dello studio RLCD potrebbe riunire i cinque eredi a inizio luglio, quindi tra un paio di settimane.
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Berlusconi, gli eredi e la guerra con Vivendi
I cinque eredi sono i figli: Marina e Pier Silvio, nati dal suo primo matrimonio con Carla Dell'Oglio, e poi Barbara, Eleonora e Luigi, nati dalle seconde nozze con Veronica Lario. Non ci si aspettano grosse sorprese: le sue ultime volontà erano state riviste un paio di mesi prima della morte con piccoli aggiustamenti, come il lascito di qualche decina di milioni all'ultima compagna Marta Fascina. Nessun ribaltamento in vista per gli assetti attuali, con Marina e Pier Silvio al vertice delle tre aziende quotate (MFE-Mediaset, Mondadori e Mediolanum) e nessuna novità anche per gli interessi economici degli altri tre figli.
Sempre secondo Il Messaggero per garantire una par condicio soprattutto patrimoniale, Berlusconi sarebbe stato consigliato di utilizzare le nuove sofisticheria societarie sulla tipologie delle azioni e l’esercizio dei diritti (voto e patrimoniali) per contemperare entrambe le esigenze. Dal 2018 - dal periodo della guerra intestina tra Fininvest e Vivendi su Mediaset - si parla di azioni di categorie diverse e differenti diritti: in quei mesi l'accordo industriale su Premium degenerò perchè la pay tv «si credeva fosse una Ferrari, invece era una 500», per dirla con le parole dei francesi che mandarono all’aria quel patto partendo con la scalata ostile.
Durante una riunione in Fininvest, con i legali che affilavano le armi di fronte alla reazione francese, uno degli avvocati (studi Chiomenti e Bonelli Erede) lanciò la proposta di governare Mediaet con azioni di diverse categorie attribuendo differenti diritti di voto.
I doppi diritti e le differenze tra i figli
Nel testamento potrebbero dunque essere presenti specifiche direttive su doppi diritti di voto e patrimoniali, per soddisfare tutti gli eredi e scongiurare guerre in tribunale, cosa che Berlusconi non voleva, spaventato dalla prospettiva che accadesse alla sua famiglia quello che è accaduto alla famiglia Agnelli. La soluzione potrebbe dunque essere legata alla presenza di azioni A, con diritti di governance (a favore dei primi due figli) e azioni B (per Barbara, Eleonora e Luigi) con diritti patrimoniali che assicurerebbero un'equa spartizione dei beni tra tutti. Marina e Pier Silvio resterebbero dunque a capo di Fininvest pur mantenendo un 20% a testa, seppur con l'obbligo di unanimità su voti decisivi (come un'eventuale cessione della tv). Questo modello è già utilizzato sia in Italia che all'estero. Per saperne di più, non c'è che da aspettare qualche settimana.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Giugno 2023, 22:16
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