Manovra, Renzi difende l'abolizione della Tasi.
"Chi ha un castello, la tassa la pagherà..."

Manovra, Renzi difende l'abolizione della Tasi. "Chi ha un castello, la tassa la pagherà..."

di Alessandra Severini
ROMA- Matteo Renzi continua a difendere la manovra e annuncia che sarà formalmente presentata oggi in Parlamento. Il premier rivendica la scelta di abolire la Tasi: «E' la stessa norma che fece Berlusconi? E' vero ma a differenza sua noi non cambieremo idea e non faremo pagare il conto ai Comuni».





Senza nascondere l'irritazione per le critiche che vengono anche dal suo partito, il premier poi conferma che castelli e ville pagheranno l'imposta ed esclude che il limite a 3.000 per l'utilizzo del contante favorirà l'evasione. La minoranza Pd ha apprezzato la precisazione sulle residenze di lusso, ma continua a chiedere ulteriori modifiche al disegno di legge. Intanto però c'è il rischio di una stangata sulle seconde case poichè sembra che la legge di stabilità prorogherà la normativa prevista per il 2014-15 che dà ai Comuni la possibilità di aumentare le tasse comunali fino allo 0,8%.







La manovra non convince invece il presidente dell'Inps, Tito Boeri, almeno nella parte che riguarda la previdenza. Un giudizio pesante da parte di chi sperava invece in un intervento «organico e definitivo» sul sistema pensionistico. Al contrario, secondo Boeri, le misure contenute nel ddl stabilità sono «parziali e costose» e rischiano di creare asimmetrie. «Sarebbe stato importante fare l'ultima riforma delle pensioni - dice Boeri - Aggiustamenti e piccole riforme ce ne sono già stati tanti».



Del resto il bilancio sociale presentato dall'Inps parla chiaro. I pensionati italiani non se la passano bene. Il 42,5% di loro – circa 6,5 milioni di persone - ha un assegno inferiore ai 1.000 euro. Ci sono inoltre 1,88 milioni di pensionati (12,1%) con reddito mensile inferiore ai 500 euro.Il ministro del Lavoro Poletti invece difende le misure e sostiene che il part time per gli over 63 sarà avviato «in via sperimentale» ma «se funziona si potrà provare a trovare le coperture».



Dalle bozze della legge di stabilità emerge anche una stretta sulle spese della pubbliche amministrazioni. E' previsto infatti un obbligo di approvare un piano biennale di acquisti e, nel caso di violazione delle previsioni, viene prevista una responsabilità amministrativa e disciplinare per i dirigenti.



L'Inps intanto ha reso noto che nel 2014 il numero dei dipendenti dell' amministrazione pubblica è sceso sotto la soglia di 3 milioni (a 2.953.000 con un calo di circa 90.000 unità sul 2013). Dal 2011 i dipendenti pubblici sono calati di 300 mila unità.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Ottobre 2015, 07:29