Gabriele Anakin, il tatuatore dei vip: da Fedez a Damiano dei Maneskin: «Ma il sogno è un tatuaggio a Sfera Ebbasta»

Gabriele Perroni, in arte Anakin, è “quello che tatua quelli famosi”

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di Sabrina Quartieri

Ormai i ragazzi che lo vedono per strada, lo riconoscono. Perché Gabriele Perroni, in arte Anakin, è “Quello che tatua quelli famosi”, da Fedez a Tananai, da Damiano dei Måneskin a Il Tre, che sarà in gara a Sanremo 2024. Rapper e musicisti del momento che, in studio o durante le puntate del format di successo “Talk-ink”, ideato dal tatuatore, si sono fatti “incidere” un loro ricordo, per renderlo indelebile. Ma soprattutto, riconoscibile, come lo stile dell’esecutore: «Quello di Anakin – racconta Gabriele –  Una base di neo-traditional che, negli anni, ho reso mia, grazie a un grande lavoro. Le linee sono belle decise, larghe, spesse e i colori sgargianti. Ma resto un tatuatore camaleontico, perché riesco ad adattarmi alle richieste dei clienti. Quindi mi faccio trovare pronto anche sul bianco e nero», racconta il 27enne romano che, oggi, rimane «un sognatore» e ama definirsi «un tatuatore e un imprenditore. Anzi, uno “Showman” come dice di me Emis Killa. Alcuni anni fa ho iniziato, infatti, a espormi sui social con la mia arte, che è anche la mia passione, e ci ho creato dell’intrattenimento intorno. Soprattutto con “Talk-ink” su Youtube, dove faccio vedere in tempo reale ciò che creo, durante le chiacchierate in freestyle con i miei ospiti». 

 

Gabriele Anakin, qual è il tatuaggio più assurdo che le è stato chiesto?

Quello di Tananai. Gliel’ho fatto sulla gamba destra, a Monza di pomeriggio. Eravamo nello studio di tatuaggi di Emis Killa, che è rimasto con noi tutto il tempo. Ancora adesso quando vado a dormire mi immagino la scena di Tananai che prova a spiegarmi quello che voleva. Ovvero, che rappresentassi il caos. Non è stato per niente facile capire cosa avesse in mente. Se guardate la foto del tatuaggio, la prima cosa che viene da dire, infatti, è: «Bello, ma che è»?. Perché è una serie di pennellate, linee e scarabocchi, è l’astratto per eccellenza, ma lui voleva proprio una cosa così.

Il più complesso?

Non c’è un tatuaggio più complesso di un altro, ma c’è il cliente da tatuare più complesso di altri. Che nel mio caso è Il Tre. Io non auguro neanche al mio peggior nemico di tatuarlo, perché appena lo prendi con la macchinetta lui si alza, ti urla contro, si muove, ti leva la mano. È come stare sulle montagne russe con lui. Eppure l’ho tatuato sempre e solo io, e ha tutto il corpo ricoperto di disegni. Quindi pensate quanto sono stressato! A lui devo però anche il tatuaggio più emozionante, gliel’ho fatto sul palco davanti a una folla incredibile durante l’ultima data del suo tour a Milano al circolo Magnolia. 

E il tatuaggio più brutto?

Così lo hanno decretato da casa, è stato il pubblico a definirlo “brutto”. Di sicuro è stato il più chiacchierato: riguarda Fedez, è il ritratto di Vittoria col broncio che ha voluto sulla gamba. Beh, è stato scandalo nazionale per una settimana. Ricordo le testate giornalistiche che mi provavano a chiamare, mi facevano le interviste. Che dire? Quello è un tatuaggio di cui io vado molto fiero, in realtà.

Penso sia riuscito anche molto bene. Purtroppo la storia è nota: Fedez ha caricato la foto del tatuaggio appena fatto, era tutto gonfio, sanguinolento e quindi il pubblico lo ha giudicato male. Lui poi è stato carinissimo i giorni seguenti a farlo vedere, a prendere le mie parti e a difendermi. 

Ce n’è uno più punk degli altri?

Certo, e l’ho fatto a quelli più punk, ai tre ragazzi del gruppo La Sad, tanto incredibili, genuini e bravi, quanto pazzi e davvero ingestibili. In puntata si leccavano i tatuaggi, se li grattavano, se li toccavano; mentre glieli facevo, si alzavano e mi prendevano in braccio, mi hanno pure truccato. A loro ho tatuato il loro motto: Sto nella Sad!

Il più internazionale? 

Di Damiano dei Måneskin. Per giorni, dopo averglielo fatto, mi hanno contattato le testate giornalistiche del Messico, del Cile, dell’Ucraina, per saperne di più. È stato molto divertente, perché se i media internazionali avevano capito cosa avessi realizzato, quelli italiani no. Io sotto una foto nostra postata avevo scritto “Forza Roma”, perché entrambi siamo romani, ma era solo per ridere. Invece tutta la stampa del nostro Paese ha scritto che Damiano si era fatto tatuare da Gabriele Anakin “Forza Roma” per elogiare la sua squadra. Invece aveva voluto un manga. 

Ma quali sono stati i tatuaggi più noiosi della tua carriera?

Le scritte, sicuramente. Come il primo tatuaggio che mi ha chiesto Tananai: il numero 25. Divertente da una parte che lo volesse, perché riguardava la sua ultima posizione in classifica a Sanremo. Significativo, anche.  Ma di certo non mi sono potuto esprimere artisticamente al cento per cento. 

Ce n’è uno in stand by?

Lazza, perché sono anni che mi dice che verrà in puntata e puntualmente mi rimanda al mese successivo. 

Sa già cosa ha in mente?

No, ma visto il tempo che mi sta facendo aspettare, sicuramente gli farò un tatuaggio brutto. Magari anche a lui tatuo la faccia di Vittoria imbronciata.

Un altro tatuaggio che vorrebbe fare?

Il sogno nel cassetto è tatuare Sfera Ebbasta. Ormai nell’ambiente li conosco un po’ tutti, con molti c’è anche un rapporto di amicizia. Sfera è l’unico che mi manca. Il numero uno in Italia per quanto riguardi gli ascolti, non l’ho neanche mai incontrato. Quindi il mio augurio innanzitutto è di farci una chiacchierata e poi, magari, anche tatuarlo. 

Ma a lei chi la tatua?

Ho una collezione di tatuaggi fatti dai migliori tatuatori europei; poi però mi sono stufato perché sono bellissimi da guardare, ma senza una storia da raccontare dietro. Negli ultimi anni quindi mi sono fatto tatuare da chi non lo fa di professione, come il mio migliore amico, la mia compagna e i rapper che invito in puntata. Dietro a questi disegni c’è una storia, c’è del pathos, li preferisco. 

E che tatuaggi le hanno fatto i rapper?

Sulla gamba destra Jake La Furia mi ha disegnato un cheeseburger, gli avevo chiesto la cosa che gli piace di più e lui ha scelto un panino. Ernia mi ha fatto il logo di “Talk-ink”, un progetto che per me è come la mia creatura, ci tenevo ad averlo. Ma poi serviva, perché lui era in puntata con me ma non si fa tatuare. Fedez invece ha scelto una partita a tris che abbiamo anche giocato, è finita in pareggio.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Gennaio 2024, 11:19
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