Teresa Guccini come Fedez: «Potevo morire di parto, ringrazio i donatori»

Teresa Guccini, ispirata da Fedez, racconta della sua esperienza nelle strutture ospedaliere italiane

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di redazione web

Teresa Guccini, ispirandosi al rapper Fedez, uscito da poco dall'ospedale per un'ulcera, coglie l'occasione per raccontare sui social della propria gravidanza e delle difficoltà che ha comportato, sottolinenado l'importanza di una buona struttura ospedaliera e la lodevolezza di chi dona il sangue.

«Questa foto è del 15 dicembre 22 ed è il momento esatto in cui sono ritornata molto provata in ostetricia dalla terapia intensiva e ho rivisto il mio Pietro arrivato dalla neonatologia un giorno dopo la sua nascita. Ero letteralmente distrutta e tratti senza memoria. Scrivo queste righe ispirata da quanto accaduto a Fedez perché anche io senza i donatori di sangue non sarei qui a raccontare la mia storia ed è perciò doveroso ringraziarli».

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Sui social...

A raccontarlo, su Instagram, è Teresa Guccini, figlia del cantautore Francesco, che ha deciso di condividere la sua esperienza dopo l'appello lanciato dal rapper, che ha subito prodotto un effetto moltiplicatore con centinaia di telefonate ai centralini dell'Avis. «C'è un altro motivo per cui scrivo - continua nel lungo post Teresa Guccini - ovvero l'importanza del parto in strutture ospedaliere attrezzate di terzo livello.

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Teresa Guccini racconta il momento del parto

«La mia è stata una gravidanza perfetta - continua su Instagram lei - e ho fatto un parto naturale, eppure, quando ho espulso la placenta, ho avuto una emorragia gravissima stimata intorno ai 2200cc che mi ha fatto scendere l'emoglobina a 4. Avere l'emoglobina a 4 all'improvviso (il minimo è 12) significa essere ad un passo dall'andarsene. Ci ho messo mesi a elaborare quanto accaduto perché nella gioia della nascita non ho pensato a me stessa. Sono stata portata immediatamente in sala operatoria e da lì non ricordo più nulla. Mi sono svegliata in rianimazione il giorno dopo immobilizzata e intubata e senza Pietro, confusa e senza sapere bene cosa fosse accaduto. È stato difficile ma senza 4 emotrasfusioni e la prontezza degli anestesisti, ostetrici, ginecologi e rianimatori dell' santorsola_irccs non ce l'avrei fatta». «Donare il sangue - aggiunge Teresa, 45 anni - è fondamentale così come affidarsi a strutture organizzate per partorire perché durante un parto naturale possono accadere molte cose ed essere lontani da una rianimazione e da una rianimazione neonatale può virare in peggio l'esito delle cose.

 

L' importanza di fare scelte consapevoli

Teresa Guccini continua a raccontare la sua esperienza attraverso il post Instagram e spiega: «Partorire a casa può essere romantico ma non penso sia una scelta saggia per il proprio bene e per quello del vostro bambino in momenti in cui i secondi fanno la differenza.

Io mi sono persa i momenti più belli, quelli di quiete dopo un parto naturale, quelli in cui ci si gode il proprio bimbo sulla pancia e ci si rende conto di una nascita ma posso dire di essere stata fortunata nella sfortuna. Ringrazio ancora tutto lo staff dell'ospedale e i donatori che mi hanno permesso di raccontarvelo».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Ottobre 2023, 20:47
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