Un ospedale che va avanti, propone interventi innovativi e porta a Frosinone il "gotha" della neurochirurgia nazionale. Il tutto mentre la Asl aspetta il commissario (la Regione ancora non decide chi sarà, tra Sabrina Pulvirenti e Daniela Sgroi) alle prese con equilibri politici che fortunatamente non incidono sulla qualità delle prestazioni.
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Un passo indietro: nei giorni scorsi sono stati eseguite le prime operazioni di chirurgia della rivascolarizzazione cerebrale. Sono stati installati dei bypass con una tecnica «che mira alla prevenzione dell'ictus ischemico» - come spiega Giancarlo D'Andrea, responsabile della neurochirurgia allo "Spaziani" di Frosinone.LA TECNICA
È un metodo mai utilizzato finora in provincia e «indirizzato a selezionati pazienti con malattia atero-occlusiva, sintomi ischemici e insufficienza emodinamica con un rischio significativo di ictus e già trattati con terapia medica senza risultati soddisfacenti». Tradotto: pazienti a rischio di ictus grave, non rispondenti alla terapia farmacologica.
Attraverso il bypass «dall'arteria temporale superficiale all'arteria cerebrale media» - cosiddette Sta-Mca - si riesce a risolvere il problema. «È una tecnica di bypass extracranico-intracranico recentemente rivalutata e studi ne sottolineano l'utilità per casi selezionati» - aggiunge D'Andrea.
Come i due trattati di recente allo "Spaziani". Una paziente aveva vasculopatia cronica - cioè un ridotto afflusso sanguigno al cervello - e ricorrenti ictus transitori, un altro aveva già avuto un ictus e una paresi facciale.
L'intervento ha coinvolto direttamente anche la Radiologia diretta da Filippo Costanzo per gli studi di perfusione e vascolari tridimensionali «che hanno consentito la specifica programmazione degli interventi», aggiunge il neurochirurgo.
L'APPUNTAMENTO
Riconoscimento che viene confermato dalla "due giorni" in programma venerdì 22 e sabato 23 presso il palazzo della Provincia, in via Gramsci a Frosinone. L'argomento sarà: "Il trattamento delle metastasi cerebrali e degli aneurismi cerebrali. Impatto sul territorio della Asl di Frosinone. Dal ricovero alla riabilitazione, fino al rientro sul territorio". L'evento - patrocinato dalla Società italiana di neurochirurgia - è diretto dallo stesso D'Andrea, i responsabili scientifici sono il professor Alessandro Frati e la dottoressa Veronica Picotti. Presenti i massimi esperti del settore su un argomento che spazia dall'ospedale - dove si deve andare in caso di tumore o se c'è un evento come l'ictus - fino al territorio, dove hanno fondamentale importanza le strutture riabilitative e la cosiddetta "presa in carico" di chi è stato operato.
Un approccio a 360 gradi che fa fatica a "passare" nella popolazione che spesso si preoccupa di difendere un singolo reparto, quando in realtà dovrebbe fare di tutto per avere il massimo dalla combinazione territorio-ospedale (non necessariamente sotto casa)-territorio. È il medico di base o quello di un ambulatorio specialistico a scoprire i primi segnali di un tumore cerebrale, per esempio, o è in ambulanza quando si viene soccorsi per un aneurisma che inizia il trattamento. In ospedale ci sarà l'intervento - che come abbiamo visto, anche a Frosinone ha raggiunto livelli di eccellenza - quindi si torna sul territorio per riabilitazione e cure. Dovrebbe funzionare così, ma si tratta di un traguardo ancora lontano.
Ultimo aggiornamento: Domenica 17 Settembre 2023, 09:08
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