Cassino, stipendi non pagati: sciopero alla Htl Fitting

Stellantis non liquida le fatture e l'azienda dell'indotto va in crisi

Cassino, stipendi non pagati: sciopero alla Htl Fitting

di Alberto Simone

Dopo lo sciopero dello scorso mese di aprile quando la Uilm ha protestato dinanzi i cancelli dello stabilimento Stellantis di Cassino lamentando il fatto che nelle aziende dei servizi dell’indotto Stellantis gli ammortizzatori sociali sono quasi in scadenza e tante realtà sono in crisi, ieri mattina ad incrociare le braccia sono stati i lavoratori della Htl Fitting. Si tratta di una fabbrica che dà lavoro a circa quaranta operai che si occupano dell’assemblaggio dei pneumatici sia per lo stabilimento di Cassino che per quello di Pomigliano. È un’azienda leader nel settore che da anni lavora con Fca Cassino Plant e ancor prima con Fiat.

LE VENDITE

Negli ultimi anni, chiaramente, la crisi si è fatta sentire: con il calo di vendita e di produzione da parte di Stellantis - nel primo quadrimestre di quest’anno si registra un meno 40% di vetture prodotte rispetto ai primi quattro mesi del 2023 - le commesse sono state sempre di meno. Ma adesso all’interno della Htl Fitting piove sul bagnato: alle scarse commesse si aggiunge il fatto che Stellantis ha bloccato i pagamenti. Di conseguenza, la direzione aziendale della Htl Fitting ha comunicato di non riuscire più a pagare gli stipendi agli operai in quanto l’ultimo pagamento ricevuto da parte di Stellantis risale allo scorso mese di febbraio, ovvero a tre mesi fa. Ieri mattina, dunque, è scattato lo sciopero dei lavoratori dell’azienda capitanati sempre dalla Uilm di Frosinone. «Fino a quando non verrà effettuato il pagamento degli stipendi continueremo la protesta al fianco dei lavoratori con il blocco delle attività», spiega il segretario provinciale della Uilm Gennaro D’Avino, che poi aggiunge: «Il rischio impresa non può e non deve essere a carico dei lavoratori». Ma lo sciopero di ieri mattina non fa che mettere in luce ancora una volta quelle che sono le difficoltà del settore automotive e soprattutto delle aziende dell’indotto.

L’INDOTTO

Sono centinaia i posti andati persi dall’inizio dell’anno e molti sono ancora a rischio: la Lear ha un esubero pari al 50% ed è agli sgoccioli per quel che riguarda gli ammortizzatori sociali, nonostante si occupi dei sedili e non dovrebbe essere toccata dalla conversione all’elettrico, ma con il calo di volumi risentirà del fatto che ci saranno poche commesse, così come la Denso che prima di Pasqua ha comunicato ai sindacati di non voler investire più su Cassino perché non ha commesse: rischiano di andare in fumo altri 60 posti di lavoro.

La De Vizia ha attivato la cassa integrazione; Atlas, Iscot, Logitech e Teknoservice sono già tutte in Contratto di Solidarietà in deroga. Altre aziende dell’indotto non sanno se riusciranno ad arrivare nel 2025 e nel 2026 quando ci saranno i nuovi modelli.

Nello stabilimento Stellantis ormai si vive alla giornata: a inizio anno sono stati dichiarati oltre 800 esuberi: 250 lavoratori andranno via con le uscite incentivate entro il 2024, con molta probabilità almeno altrettanti andranno via nel 2025: significa cioè che quello che è il più grande e importante stabilimento della Regione Lazio arriverà a contare circa 2.000 dipendenti: il 50% in meno facendo il raffronto con la situazione di pochi anni fa. Il momento è molto difficile per questo il sindacato di base FlmU-Cub invita alla massima unità sindacale e in una nota spiega: «L’unità sindacale - dice - è auspicabile dinanzi a situazioni di grave emergenza occupazionale come quella esistente nell’area industriale del cassinate».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 15 Maggio 2024, 06:44
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