Sudan, la vittoria delle donne: con la riforma della sharia archiviate le mutilazioni genitali

Sudan, la vittoria delle donne: con la riforma della sharia archiviate le mutilazioni genitali
Diverse leggi, atti ed emendamenti al codice penale varati questo mese in Sudan abrogano alcune norme basate sulla legge islamica, la sharia, e aboliscono gravi forme di discriminazione e violazione dei diritti umani.

È stata abolita ad esempio la pena di morte per un musulmano che si converte ad un'altra religione e si conferma la criminalizzazione delle mutilazioni genitali femminili. Lo segnala il sito di Nigrizia citando anche una fonte anonima della capitale e sottolineando che con le firme apposte dal presidente presidente del Consiglio sovrano, generale Abdelfattah El Burhan, si aboliscono norme che degradano la donna, come quelle che la sottopongono al potere del marito, o del padre, o di un uomo della famiglia.

Per i non musulmani, attualmente circa il 3% della popolazione sudanese, è stata abolita anche la proibizione di procurarsi e consumare bevande alcoliche, riferisce il sito. Circa l'apostasia viene ricordato il caso di Meriam Ibrahim, condannata a morte perché non aveva voluto seguire la religione del padre, musulmano, e aveva preferito l'insegnamento della madre, cristiano copta. Meriam era stata poi scarcerata grazie all'intercessione della comunità internazionale, ma mai assolta.

La questione della sharìa come base della legislazione è sempre stata al centro di tensioni e di gravi violazioni dei diritti umani in Sudan, ricorda Nigrizia, e sono molti gli episodi ai danni delle donne, soggette ad uno stretto codice di comportamento che poteva essere sanzionato pubblicamente da uno speciale corpo di polizia.
Il Sudan è da un anno e mezzo in fase di cambiamento dopo la deposizione del trentennale autocrate Omar al-Bashir avvenuta nell'aprile 2019 ad opera dei militari dopo mesi di proteste di piazza.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 23 Luglio 2020, 11:21
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