Russiagate, Manafort si costituisce all'Fbi: "Ha cospirato contro gli Usa per 11 anni". Ma Trump lo difende

Russiagate, Manafort si costituisce all'Fbi: "Ha cospirato contro gli Usa per 11 anni". Ma Trump lo difende
«Non c'è stata collusione fra la mia campagna e la Russia». Lo afferma il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, dopo la formalizzazione delle prime accuse sull'inchiesta Russiagate a Paul Manafort, ex capo della campagna del miliardario per la presidenza, e al suo ex socio Rick Gates. I due compariranno nel pomeriggio davanti al giudice federale di Washington, Deborah Robinson, dopo essersi consegnati, su richiesta delle autorità, alla sede dell'Fbi di Washington. «Mi dispiace ma sono cose relative ad anni fa, prima che Paul Manafort facesse parte della campagna», ha scritto il presidente americano su Twitter.
Dodici i capi di imputazione per Manafort e Gates resi pubblici dal procuratore speciale Robert Mueller, fra cui quello di cospirazione contro gli Stati Uniti, che riguarderebbe il periodo compreso tra il 2006 e il 2017 e che quindi sembrerebbero comprendere anche la campagna elettorale. Quindi non tutti gli episodi contestati sono di 'anni fa', come ha twittato Trump.

Dal documento diffuso dall'Fbi emerge che i due sono stati incriminati per riciclaggio, per aver operato come lobbisti di paese stranieri senza essere registrati, per aver ingannato il governo riguardo alla natura della loro attività di lobbying in favore di paesi stranieri e per aver rilasciato false dichiarazioni. Poi ci sono sette capi di imputazione per non aver presentato i documenti appropriati relativi a conti finanziari all'estero. 

EX COLLABORATORE: "MENTII ALL'FBI" George Papadopolous, ex collaboratore volontario della campagna di Trump, si è dichiarato colpevole per aver reso false dichiarazioni all'Fbi nell'ambito delle indagini sul Russiagate del procuratore speciale Robert Mueller. Lo rende noto l'ufficio dello stesso procuratore.
Papadopolous ha mentito all'Fbi «sui tempi, l'estensione e la natura dei suoi rapporti e della sua interazione con certi stranieri che aveva capito avere strette connessioni con alti dirigenti del governo russo». In una email del marzo 2016, Papadopoulos propose di organizzare un incontro tra dirigenti russi e dirigenti della campagna di Trump, con oggetto «Incontro con la leadership russa, incluso Putin». La proposta fu però respinta dallo stesso Manafort, secondo un suo portavoce.


CON TRUMP DA MAGGIO AD AGOSTO 2016 Manafort è stato responsabile della campagna elettorale di Trump da maggio ad agosto 2016, quando si dimise dopo essere stato accusato di aver ricevuto 12 milioni di euro dall'ex presidente ucraino Yanukovich. Secondo quanto riporta il New York Times, Paul Manafort avrebbe riciclato più di 18 milioni di dollari «di beni nascosti all'estero e usati per mantenere uno stile di vita sontuoso senza pagarci tasse». Stando a quanto accertato finora invece, Rick Gates avrebbe fatto transitare circa 3 milioni da conti offshore. «Parte dello schema - riporta ancora il quotidiano newyorchese - era quello di fornire false informazioni, per truccare i libri contabili e i consulenti legali».

Manafort avrebbe anche incontrato alcune figure vicine a Mosca, che promettevano di avere fra le mani alcuni dossier compromettenti su Hillary Clinton. Indiscrezioni che a fine luglio avevano portato alla perquisizione della sua abitazione da parte degli agenti dell’Fbi. Gli avvocati della Casa Bianca stanno discutendo del caso con il presidente Donald Trump, confermano fonti ufficiali alla Cnn. L'amministrazione non ha ancora commentato ufficialmente la vicenda. Secondo quanto riportano i media americani la reazione è attesa in giornata, ma non prima di comprendere l'esatta entità delle accuse.

Il partito democratico teme interferenze da parte della Casa Bianca. Il leader della minoranza democratica al Senato, Chuck Schumer, ha chiesto chiarezza e in un monito avverte il presidente Trump: «Non deve, in nessuna circostanza, interferire con il lavoro del procuratore speciale Robert Mueller in alcun modo. Se lo fa, il Congresso deve rispondere repentinamente, inequivocabilmente e in maniera bipartisan, per garantire che l'inchiesta continui».

Ultimo aggiornamento: Lunedì 30 Ottobre 2017, 17:06
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