Putin potrebbe lanciare «un attacco a un Paese europeo entro il 2025». Ma gli Usa: lo zar pronto a una tregua

Lo scenario ipotizzato dalla Bild. Crosetto: "Tregua? Ci crederò quando non cadono più le bombe"

Putin potrebbe lanciare «un attacco a un Paese europeo entro il 2025». Ma gli Usa: lo zar pronto a una tregua

di Mario Landi

Uno scenario terribile, ma molto lontano. Il presidente russo Vladimir Putin, secondo quanto scrive la tedesca Bild, potrebbe lanciare un attacco a un Paese europeo nel periodo invernale dell'anno prossimo. Secondo lo scenario, che viene attribuito a fonti di intelligence del Vecchio continente, lo zar potrebbe prendere in considerazione la finestra rappresentata dalla transizione presidenziale Usa, tra novembre dell'anno prossimo e gennaio del 2025.

Putin e la guerra, gli scenari

 

Ma c'è un'altra versione però: il presidente russo ha «segnalato silenziosamente» di essere aperto a un cessate il fuoco in Ucraina nelle più recenti comunicazioni tramite canali non ufficiali. Secondo quanto riporta il New York Times citando alcune fonti, Putin dallo scorso settembre avrebbe segnalato tramite intermediari di essere aperto a un cessate il fuoco che congeli i combattimenti lungo le attuali linee di scontro, ben al di sotto delle sue ambizioni di dominare l'Ucraina. Putin avrebbe segnalato l'aperura a un cessate il fuoco anche nell'autunno del 2022 indicando che la Russia era soddisfatta del territorio catturato ed era pronta a un armistizio. «L'interesse ripetuto di Putin a un cessate il fuoco è un esempio dell'opportunismo e dell'improvvisazione che hanno definito il suo approccio alla guerra dietro le quinte», osserva il New York Times riferendo di un Putin che manovra per ridurre i rischi e mantenere le opzioni aperte per una guerra la cui durata è maggiore delle sue attese. «Pur usando una impetuosa retorica pubblica, Putin ha telegrafato privatamente il desiderio di dichiarare vittoria e voltare pagina».

Guerra Ucraina, Putin risponde così ai droni navali: elicotteri, idrovolanti e guerra elettromagnetica

Igor Salikov, ex militare russo della Wagner si presenta in Olanda: «Voglio testimoniare contro i crimini di guerra di Putin»

CROSETTO COSA DICE

«Penso che i messaggi arrivati dalla Russia in questi due anni sono stati spesso contraddittori.

Fin quando non sento Putin dire che vuole una tregua, che vuole cessare il fuoco, non ci credo. Poi più che annunciarlo, vorrei che ci fossero 24 ore prima, o 48 o 72 ore senza che i missili cadano sulla testa dei civili e dei militari ucraini. Come direbbe Boskov, credo in una tregua quando non cadranno le bombe». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, commentando, nel corso della sua visita al contingente italiano a Camp Adazi, in Lettonia, le notizie di stampa che hanno riferito di un interesse del presidente russo ad un cessate il fuoco in Ucraina.

IL CASO PRIGOZHIN

«Come il braccio di destro di Putin ha fatto fuori Prigozhin». Si intitola così l'articolo del Wall Street Journal in cui, citando funzionari dell'intelligence occidentale e un ex agente dei servizi russi, si ricostruisce come il segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, Nikolai Patrushev, «principale alleato del leader russo da decenni, abbia messo in moto l'assassinio dell'ammutinato capo delle forze mercenarie Wagner». Lo scorso agosto Yevgeny Prigozhin ed altri comandanti di Wagner sono rimasti uccisi nell'esplosione dell'aereo a bordo del quale viaggiavano. Secondo le fonti del Wsj, una piccola bomba era stata posizionata sotto l'ala dell'aereo di Prigozhin mentre il velivolo aspettava il momento del decollo sulla pista dell'aeroporto di Mosca. L'incidente è avvenuto due mesi dopo che, a seguito delle crescenti tensioni tra le forze di Wagner, diventate parte essenziale dell'offensiva in Ucraina, e il ministero della Difesa, Prigozhin era stato protagonista di un tentativo di ammutinamento, la «marcia della giustizia» delle sue forze verso Mosca, che si era fermata quando Alexander Lukashenko era riuscito a chiudere un accordo con i ribelli che permetteva il trasferimento delle forze di Wagner in Bielorussia e garantiva una, apparente, immunità a Prigozhin. In molti lo consideravano già in quei giorni, dopo il gesto di slealtà verso Putin, «un morto che cammina». Profezia rivelatasi esatta due mesi dopo.


Ultimo aggiornamento: Lunedì 25 Dicembre 2023, 11:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA