Nadia Murad, premio Nobel per la Pace: «Mio nipote di 11 anni combatte per l'Isis e ha promesso che mi ucciderà»

Nadia Murad, premio Nobel per la Pace: «Mio nipote di 11 anni combatte per l'Isis e ha promesso che mi ucciderà»
A Doha tv e radio erano in diretta per trasmettere le sue parole. Ed è arrivata la dichiarazione choc, che ha fatto subito il giro del mondo: «Anche mio nipote è stato arruolato nell'Isis a 11 anni e gli hanno fatto il lavaggio del cervello: ho provato a parlarci, ma mi ha risposto che se avessi insistito mi avrebbe ucciso». È questa la testimonianza al Forum in Qatar di Nadia Murad, Premio Nobel per la Pace del 2018 per la sua lotta a difesa delle donne yazide rapite, come capitato a lei, e ridotte a schiave sessuali dai miliziani dello Stato islamico in Iraq.
Nadia Murad, ha chiesto giustizia per le 6.500 vittime della comunità yazida in Iraq, donne che sono state rapite, sottoposte a violenze e vendute all'Isis. Rivolgendosi alla platea del Forum di Doha, Murad ha quindi puntato il dito contro la comunità internazionale che - ha denunciato - «non ha impedito il genocidio e non ci ha protetto. Abbiamo ricevuto supporto in parole, ma è stato fatto molto poco per le vittime». «Se non avremo giustizia questo risuccederà. Forse l'Isis è stato sconfitto in Iraq, ma le violenze e il modo di pensare dell'Isis continuano ad esistere. Bisogna fare di più per combattere questo estremismo» ha rilevato Murad. «Il governo iracheno - ha continuato - non ha fatto nulla per la comunità yazida, non ha neanche riconosciuto il genocidio subito. Finora il governo si è occupato di tutto tranne che della comunità yazida. Chiedo al governo iracheno di fare dei passi per dare fiducia agli yazidi e permettere loro di tornare a casa. Abbiamo bisogno di ricostruzione e giustizia». Quindi, ha ricordato che ci sono 3.500 yazidi che ora vogliono tornare alle loro case in Iraq.
Ultimo aggiornamento: Domenica 16 Dicembre 2018, 18:43
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