Auschwitz, turisti si fanno selfie ridendo nel campo di concentramento

Auschwitz, turisti si fanno selfie ridendo nel campo di concentramento
Scandalo ad Auschwitz. Sorrisi e risate come se fossero in vacanza, smorfie e battute a commentare i selfie pubblicati sui social network: peccato che il gruppo di giovani britannici stesse visitando Auschwitz-Birkenau, e non un parco divertimenti.



Una sconcertante vicenda di cui dà notizia il quotidiano britannico Sun, e che ha suscitato lo sdegno della comunità ebraiche e dei discendenti delle persone che in quello e in altri campi di sterminio trovarono un'atroce morte.



Una ragazza si è fatta un selfie davanti al mucchio di spazzole che furono sequestrate alle donne mandate a morire; un altro, con il cappello da baseball, fa il segno dell'ok con il pollice verso l'alto in una camerata dove i prigionieri di Auschwitz dormivano ammassati. Un'altra ragazza si è fatta un selfie sorridente sui binari dove arrivavano i treni con i deportati.



Un ragazzo ha scritto sotto la sua foto col sorriso, con i binari e l'edificio principale di Auschwitz sullo sfondo, «un pò di cultura», prima di andare a un addio al celibato. Organizzazioni ebraiche hanno espresso orrore davanti a quelle foto. Il figlio di un ex prigioniero di Auschwitz ha scritto in un commento alle immagini di essere «profondamente ferito» da quelle pose offensive.



Il museo che oggi comprende il macabro complesso di Auschwitz-Birkenau invita i visitatori a non fare foto, ma ora molti chiedono un divieto esplicito ai selfie. Auschwitz è il più grande campo di sterminio creato dai nazisti, dove si calcola morirono 1,1 milioni di persone, in larga parte ebrei.



Il Sun cita Lilian Black, presidente della Holocaust Survivors Friendship Association, con sede a Leeds. Suo padre fu internato prima ad Auschwitz, poi a Bergen-Belsen, dove fu liberato quando aveva 17 anni. Black ha definito quei selfie «profondamente dolorosi», aggiungendo: «La gente deve pensare a dove si trova e tornare al tempo in cui quel campo era il luogo di assassinio e genocidio... è offensivo per persone come me, i miei nonni e zie morirono in quei luoghi orribili. Non c'è dignità a farsi un selfie». 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 29 Novembre 2017, 08:54
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