Alessia Pifferi, la mamma di Diana al pm: «Non mi sgridi, pensavo che il latte bastasse»

Video

Alessia Pifferi, la donna di 37 anni accusata di aver ucciso la figlia Diana, 18 mesi, lasciandola morire di stenti è tornata in aula a Milano a raccontare la sua versione dei fatti che hanno portato al tragico epilogo della morte, il 20 luglio 2022. Con un tono monocorde, la Pifferi parte dal principio: la nascita di quella bambina non prevista («non sapevo di essere incinta»), le difficoltà nel crescerla da ragazza madre, le volte che l'aveva già lasciata sola in precedenza («le lasciavo due bottiglie di latte, pensavo bastasse») e il ruolo dell'ex compagno («non tornai da Diana per paura della sua reazione»). 

Alessia Pifferi, le testimonianze: «Non ha pianto quando ha visto Diana morta». «Diceva 'sono una buona mamma'»

Alessia Pifferi, le testimonianze choc: «Diana era supina, mani e bocca nere. In casa niente cibo, solo abiti da sera»

 

Alessia Pifferi: «La accudivo come una mamma»

«La accudivo come una mamma accudisce un figlio: le davo da mangiare, la cambiavo, se stava male contattavo l'ospedale, la crescevo, le davo da mangiare e bere per sopravvivere». È uno dei passaggi dell'interrogatorio che vede imputata Alessia Pifferi con l'accusa di omicidio volontario pluriaggravato. «Mi manca mia figlia, mi sento spenta, mi sento buia.

Ero orgogliosa di mia figlia, non è mai stata un peso per me», ha detto ancora la donna. «Vivo alla giornata - ha risposto alle domande del suo difensore Alessia Pontenani -, vivo malissimo. La mia bambina mi manca tantissimo. Il carcere non è di certo un bel posto. Se tornassi indietro non lo rifarei di sicuro».


Ultimo aggiornamento: Martedì 19 Settembre 2023, 14:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA