Città del Vaticano - Papa Francesco riprende dopo una pausa durata mesi gli incontri con la folla nel cortile di San Damaso. Transenne, distanziamenti, mascherine ma, come ha detto al termine dell'udienza generale: «non è bello parlare davanti ad una camera, davanti a un niente. Sono contento di riprendere questo incontro faccia a faccia». Poco prima di terminare la catechesi, salutando i pellegrini polacchi, ha anche ricordato il 40esimo anniversario dell'attentato a San Giovanni Paolo II, un capitolo della storia europea ancora oggi avvolto nel mistero su chi siano effettivamente stati i mandanti che hanno armato la mano del terrorista turco Alì Agca.
«San Giovanni Paolo II sottolineava con convinzione che doveva la vita alla Signora di Fatima. Questo evento ci rende consapevoli che la nostra vita e la storia del mondo sono nelle mani di Dio. Al Cuore Immacolato di Maria affidiamo la Chiesa, noi stessi e tutto il mondo» ha detto Bergoglio.
E sempre in tema di miracoli Papa Francesco ha poi raccontato un evento prodigioso al quale ha assistito personalmente quando era arcivescovo di Buenos Aires: la guarigione inspiegabile di una bambina dopo che il padre aveva passato la notte al santuario della Madonna di Lujan, in preghiera e "combattendo" per la figlia.
«Mi viene alla memoria una cosa che ho vissuto da vicino, quando ero nell'altra diocesi, c'era un matrimonio che aveva una figlia di 9 anni con una malattia che i medici non sapevano cosa fosse e alla fine in ospedale il medico disse alla mamma 'Signora, chiami suo marito', il marito era al lavoro, erano operai, lavoravano tutti i giorni, e disse al padre 'la bambina non passa la notte, è un'infezione che non possiamo fare nulla'.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 12 Maggio 2021, 11:08
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