Inglese, brasiliana, spagnola. Il Covid-19 a Terni è presente esclusivamente sotto forma di varianti: ecco il perché della velocità di diffusione e del numero sempre crescente di giovani che si ammalano. «Averle scoperte e dimenticate ha sicuramente consentito al territorio di godersi qualche giorno in più in fascia arancione ma non a mitigare il contagio» polemizzano i sindacati. I dati relativi alle varianti, pubblicati ieri da Il Messaggero ed in possesso delle istituzioni da giorni, non erano stati resi noti. L'inglese risulta essere la variante prevalente (il 70% dei positivi), seguita dalla brasiliana (20%) e dalla spagnola (10%). Anche se non si esclude che nel frattempo possano essere arrivate nella capitale dell'acciaio altre mutazioni del virus. Il presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Terni, Giuseppe Donzelli, aveva definito quei dati superati. Riferiti a campioni inviati più di un mese fa all'Iss. «Quindi da ripetere, per fotografare la situazione attuale, ricordando che per processare i tamponi l'Istituto Superiore di Sanità impiega dieci giorni e non quaranta». Giorgio Lucci, Funzione pubblica di Cgil, parla di situazione assurda: «Preoccupa sia la presenza di varianti, sia la modalità di divulgazione delle informazioni, che ancora una volta avviene a mezzo stampa e noi tramite i canali istituzionali». L'indagine serviva infatti a dare una misura della presenza della più recente versione di SarsCov2.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Marzo 2021, 22:22
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