Asus, 25 anni di innovazione: l'ascesa tra pc,
netbook e la nuova via ibrida
di Alessio Caprodossi
Fondata in principio come produttrice di schede madri, che continuano a essere parte integrante dell'ampio catalogo, Asus è riuscita a ritagliarsi una fetta di mercato rilevante, prima con i personal computer, adesso con tablet e dispositivi ibridi su cui l'azienda continua a investire molte risorse come dimostrato alla recente fiera casalinga, il Computex 2014, dove sono stati presentati svariati apparecchi potenti, veloci, versatili e ben disegnati.
A proposito di design, una delle peculiarità dell'azienda guidata da Jonney Shih è stato il tentativo (molto spesso riuscito) di sperimentare form-factor inediti, fonte di ispirazione talvolta anche per i concorrenti, conquistati come gli utenti dai lineamenti singolari e trovate spiazzanti. Un modo, questo, di prevenire scrivendolo il futuro, tipico della casa che deve il nome a Pegasus, cavallo alato della mitologia greca che simboleggia il successo.
I numeri sono il mezzo migliore per descrivere la parabola di Asus, che conta su 13.600 dipendenti con un team di ricerca e sviluppo di 4.500 ingegneri. Il ruolo di leader del mercato dei personal computer è arrivato proprio grazie alle sperimentazioni, come successo con l'Eee PC, il netbook con schermo da 10 pollici che coniugò un design curato all'efficacia di un computer portatile leggero e poco ingombrante da portarsi dietro e, dulcis in fundo, piuttosto economico rispetto ai prezzi in voga allora.
Era il 2007 ma sembra passata un'era geologica e basta guardare la gamma Transformer per la conferma: con la crisi di vendite dei pc e l'incapacità dei tablet di soddisfare i professionisti bisognosi della forza, reattività e completezza dei notebook ecco l'avanzata degli ibridi tavolette-computer che mettono tutti d'accordo.
Al recente Computex Asus ne ha sfoderati diversi modelli per tutti i gusti e ogni tasca, migliorando parecchi dettagli del primo esemplare lanciato nel 2012 insieme all'Asus Taichi, primo notebook dotato di doppio schermo. La via ibrida è percorsa a pieni polmoni dai taiwanesi, che per primi hanno provato l'integrazione tra smartphone e tablet con la linea PadFone, mentre gli ultimi arrivati sono gli Zenfone, gamma di smartphone colorati e con dimensioni variabili (da 4 a 6 pollici) proposti a prezzi abbordabili.
Ben accolti dal pubblico, i prodotti ibridi sono la migliore rappresentazione della filosofia aziendale che poggia su un motto piuttosto impegnativo: "In search of incredible", che sta per "la ricerca dell'incredibile", un'ambizione straordinariamente alta che Asus tende spesso a soddisfare.
Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Giugno 2014, 20:55
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