Roma-Real Madrid: la notte in cui tutti (finalmente) si accorsero dell'importanza di Edin Dzeko

Roma-Real Madrid: la notte in cui tutti (finalmente) si accorsero dell'importanza di Edin Dzeko

di Marco Esposito
Ha deciso di farsi rimpiangere, probabilmente di salutare in grande stile. Stiamo parlando di Edin Dzeko, centravanti della Roma promesso sposo dell'Inter di Antonio Conte, che domenica all'Olimpico nella Mabel Green Cup è stato il protagonista assoluto del primo tempo di Roma-Real Madrid. Assit, gol e regista offensivo della squadra. Senza dubbio il migliore in campo, un "professionista" a tutto tondo. 

Edin Dzeko ha trasformato in applausi - e forse in rimpianto - i fischi con i quali era stato accolto durante la lettura delle formazioni. Quando è uscito dal campo, al trentesimo della ripresa, il pubblico lo ha letteralmente acclamato. La sua importanza in questa squadra, al di là dei gol, è sembrata chiarissima. La manovra offensiva della Roma - di buona qualità ieri contro il Real - gira intorno a lui, alla sua visione di gioco, intorno a suoi piedi, intorno al suo fisico. Sostituirlo sarà complicato anche per questo. 

ROMA-REAL MADRID 2-2 - 7-6 D.C.R. LA PARTITA

E' stata una bella Roma quella che si è vista contro il Real all'Olimpico. Gli uomini di Fonseca hanno retto all'impatto con i blancos, mostrando una buona fase offensiva e buone qualità tecniche. E' pur vero che il Real Madrid non è proprio una squadra che faccia dell'equilibrio il suo punto di forza, ma la Roma è riuscita a presentarsi da sola davanti a Courtois in più di un'occasione. E qui veniamo forse al difetto principale della Roma vista domenica sera: la difficoltà a buttare la palla dentro. Pellegrini, Under, innescato magistralmente da Dzeko, Dzeko stesso, Zaniolo: tutti loro hanno sbagliato gol che sembravano fatti. A questa Roma sembra proprio mancare un attaccante esterno in grado di aumentare la pericolosità offensiva della squadra. In una parola manca El Shaarawy. 

In difesa la Roma ha sofferto terribilmente a destra dove Marcelo ha spadroneggiato. Molto sicuro è apparso invece Pau Lopez, che ha dimostrato di essere un portiere brillante anche se ancora giovane. Troppo spesso la Roma, però, si è spezzata in due, con i quattro giocatori offensivi - Under-Zaniolo-Perotti-Dzeko che, anche per motivi di preparazione fisica ancora da affinare, si attardavano a rientrare, lasciando i due centrocampisti troppo soli nel coprire la linea difensiva. I novanta minuti si sono conclusi sul 2-2, il trofeo però lo ha vinto la Roma ai calci di rigore (!): decisivo l'errore di Marcelo, ultimo dei dieci rigoristi. 

FONSECA

Non si è affatto vista, invece, una linea difensiva alla ricerca esasperata del fuorigioco, Squadra corta, linea difensiva anche all'altezza della metà campo, ma sempre pronta a retrocedere velocemente. La Roma ha provato a fare la partita come è giusto che sia, soprattutto davanti al pubblico amico. Lo fa ancora con un po' di confusione e probabilmente senza la dovuta personalità, ma la squadra con un paio di innesti giusti - ad iniziare da un difensore centrale, un terzino sinistro che dia fiato a Kolarov e un regista - e con la permanenza di Dzeko, potrebbe essere la sorpresa del campionato di quest'anno. 

 
Ultimo aggiornamento: Domenica 11 Agosto 2019, 23:17

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