Mihajlovic, il figlio Miro a un anno dalla morte: «Quando abbiamo saputo della leucemia ci è crollato il mondo addosso

L'ex allenatore del Bologna è morto il 16 dicembre 2022 all'età di 53 anni, dopo una lunga battaglia contro la leucemia mieloide acuta

Mihajlovic, il figlio Miro a un anno dalla morte: «Quando abbiamo saputo della leucemia ci è crollato il mondo addosso»

di Nikita Moro

A meno di un giorno dal primo anniversario della morte di Sinisa Mihajlovic, ex calciatore e allenatore del Bologna, il figlio Miro ricorda il giorno cui la famiglia seppe della malattia e di come quest'anno senza il papà sia stato «un anno di merda».

Sinisa Mihajlovic è morto all'età di 53 anni,dopo aver combattuto per anni la leucemia mieloide acuta che gli era stata diagnosticata nell'estate di tre anni prima, nel 2019.

Il ricordo del figlio Miro

«Per me non era solo un papà, era un supereroe, un idolo. Era tutto. Lo guardavo con amore e ammirazione», ricorda Miro. «È bellissimo sentire la sua voce, vedere le immagini. Ma sale anche il magone… Nella mia camera papà è dappertutto: sui muri, sul comodino, ovunque. Se un giorno avrò un figlio maschio si chiamerà Sinisa».

Domani 16 dicembre sarà passato già un anno dalla morte di Sinisa Mihajlovic che ha lasciato un vuoto non solo nel cuore dei suoi figli e di sua moglie, ma anche nel mondo del calcio e del tifosi del Bologna.

Il figlio 23enne in un'intervista alla Gazzetta dello Sport spiega che per sopravvivere al dolore e ad andare avanti «Pensi a cosa avrebbe detto o fatto lui. In famiglia eravamo già unitissimi, ora lo siamo ancora di più».

La malattia

Miro Mihajlovic ricorda l'esatto giorno in cui la famiglia seppe della malattia, nel 2019: «Eravamo in vacanza in Sardegna, papà era a Bologna, sarebbe dovuto partire per il ritiro. Chiamò mamma, le disse che aveva la leucemia e ci crollò il mondo addosso. Sapevo che era grave, ma conoscendolo non ho mai immaginato che potesse privarmi di lui. Per me era invincibile, invulnerabile».

«Dopo il primo trapianto si era ripreso alla grande. A Bologna si svegliava alle sei di mattina, andava a correre per 11 chilometri, allenava la squadra e poi faceva palestra. Era attento all'alimentazione. Sembrava un robot. Poi è arrivata la recidiva e neanche in quel caso ho pensato che non ce l'avrebbe fatta».

La tenacia di Sinisa, che non si arresta neanche davanti ad una malattia, è ben impressa nella memoria del figlio: «Papà ti trasmetteva una forza assurda. Una settimana prima di morire, anche se stanco e provato, andava a camminare per chilometri. E se vedendolo affaticato gli porgevo il braccio o volevo dargli aiuto, mi diceva: no, spostati, faccio da solo. Anche nei momenti di maggiore difficoltà, non l'ho mai visto fragile».

Poi rivela che solo «Una sola cosa durante la malattia era cambiata: si era aperto ai sentimenti, la corazza che aveva portato sempre era caduta e aveva lasciato esprimere quello che è sempre stato: un uomo buonissimo».

Solo una settimana fa, a un anno dalla morte di Sinisa Mihajlović, l'ex moglie Arianna pubblica un post sui social che li ritrae mentre sono uno a fianco all'altro.

Sotto lo scatto scrive: «... Le parole che non ti ho detto».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 15 Dicembre 2023, 11:36

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