Massimo Mauro e l'infarto: «Totalmente inaspettato, sono fortunato. Tre cose mi hanno salvato la vita»

L'ex calciatore ha poi rivolto un pensiero all'amico Vialli: «A tutte le cose belle della vita a cui Luca ha dovuto rinunciare»

Massimo Mauro e l'infarto: «Totalmente inaspettato, sono fortunato. Tre cose mi hanno salvato la vita»

di Redazione web

«Un dolore fortissimo al petto, mi sono fermato perché non riuscivo a respirare. Non ho pensato a nulla, speravo soltanto che passasse in fretta». Massimo Mauro descrive così quei terribili istanti in cui, poco più di una settimana fa, veniva colpito da un infarto mentre giocava a padel a Catanzaro. L'ex calciatore di Juventus e Napoli, in un'intervista al Corriere della Sera, racconta di essersi messo alle spalle il peggio, ma non dimentica la paura provata in quei momenti: «Il mio amico è stato tempestivo e ha chiamato i soccorsi. Cinque minuti dopo essere arrivato in ospedale ero già in sala operatoria. In ambulanza, sì, mi sono passate tante cose per la testa. Anche l’infarto, speravo facessimo in fretta...».

Il malore è arrivato come un fulmine a ciel sereno: «Faccio controlli con regolarità - spiega Mauro - ultimamente anche con maggiore frequenza. Mia sorella è morta per un cancro all’intestino e sono inserito in questo screening, ho avuto il Covid e mi sono beccato una brutta polmonite, il colesterolo era un po’ alto e quindi lo controllavo e facevo visite cardiologiche. Insomma, tutto mi sarei aspettato tranne l’infarto. Era scritto così. Ma le ripeto, sono un uomo fortunato».

Massimo Mauro: «Tre cose mi hanno salvato la vita»

Lo sportivo prosegue: «Ci sono tre cose in particolare a cui penso continuamente da quel giorno: ho avuto la lucidità di fermarmi; con me c’era un amico che conosce il primario dell’ospedale di Catanzaro; l’ambulanza è arrivata in 7 minuti».

Il pensiero a Luca Vialli

Dopo l'intervento di angioplastica, il pensiero di Massimo Mauro è volato all'amico Vialli: «Ce l’avevo fatta, ho pensato alle cose belle della vita, a tutte quelle a cui Luca (Vialli, ndr) ha dovuto rinunciare, alla ricerca che ha bisogno ancora del sostegno della nostra Fondazione, alla mia famiglia, agli amici.

A tutte le piccole e grandi cose. Al padel, al golf che sono gli sport che mi piacciono tanto».

L'opinionista sportivo ha ben chiaro in mente il suo obiettivo: «Continuare a lavorare per favorire la ricerca sulla Sla, è l’eredità che mi ha lasciato Vialli, lo facevamo insieme. Con convinzione. Quando sarà stato trovato il farmaco che garantirà la guarigione posso anche immaginare di chiedere a Luca se lì ha bisogno di un’ala destra. Roberto Mancini però mi ha già smorzato l’ambizione. L’altro giorno mi dice: Massimo, se sei qui con tutti noi è perché a Luca l’ala non serve! Sono felice di aver sentito la vicinanza di centinaia di persone. In certi momenti apprezzi l’affetto, lo percepisci in maniera diversa».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 28 Luglio 2023, 09:19

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