Italia-Romania, Conte: «Sono arrabbiato, non esiste prendere cinque gol in due partite»

Italia-Romania, Conte: «Sono arrabbiato, non esiste prendere cinque gol in due partite»

di Redazione Sport
«Non esiste che si prendano cinque gol in due partite, con cinque tiri in porta: non deve più accadere. Sono molto arrabbiato e l'ho detto ai giocatori: voglio un'Italia cattiva, servono unghie lunghi e denti affilati». Antonio Conte alza la voce e striglia la nazionale, dopo il pari contro la Romania. «Sono arrabbiato, ripeto: queste partite le devi vincere senza se e senza ma. In campo c'è stata solo una squadra - dice - ma quando ti trovi in situazioni del genere devi avere cattiveria. Ci devono venire le unghie e i denti lunghi così, e non farli avvicinare neanche in porta».



Il ritardo col quale Conte si è presentato in conferenza è indicativo della lavata di testa fatta nello spogliatoio: «Sul piano della prestazione non ho nulla da rimproverare, l'ho detto anche ai ragazzi: ma ho detto loro anche il resto. Non mi va giù, non lo accetto. Fa parte del nostro processo di crescita ma non accetto partite così». Il dispiacere di Conte è direttamente proporzionale alla soddisfazione per le occasioni e il gioco («non guardate solo ai gol del secondo tempo, l'abbiamo fatto anche nel secondo») e sottolinea che «stasera non sembrava neanche una squadra italiana, ma straniera per intensità di gioco. Ma ripeto, non si possono prendere certi gol: non è una questione difensiva, si difende in undici. Posso dire una volta, come contro il Belgio, che gli episodi ci penalizzano: ma due volte no, se è la seconda che succede in pochi giorni, e davvero stasera non posso dare pacche sulle spalle. Se vogliamo avere ambizioni, se vogliamo avere anche l'un per cento di possibilità di fare qualcosa di grande, dobbiamo finirla con queste partite. Domini la partita? Allora cattiveria, unghie lunghe, denti affilati: e non si avvicinino alla nostra porta, a costo di dare calcioni».



Ora la nazionale si ritroverà a marzo, e anche per questo Conte ha tenuto a lungo a rapporto la squadra nello spogliatoio. «Mi manca una virgola, e quella virgola è la cattiveria: non è questione neanche di uomini, ma di unità di intenti: quel che manca ce lo dovrò mettere io». Appuntamento a marzo.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 18 Novembre 2015, 00:10

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