Andrea Zorzi: «Italia impressionante, può aprire un ciclo vincente». Nations League, domani la semifinale con gli Usa

Andrea Zorzi: «Italia impressionante, può aprire un ciclo vincente». Nations League, domani la semifinale con gli Usa

di Massimo Sarti

È stato a lungo il simbolo della pallavolo maschile italiana, l'opposto della Nazionale di Julio Velasco che cominciò a mietere successi a partire dall'Europeo del 1989, compresi soprattutto i due Mondiali consecutivi nel 1990 e nel 1994. Andrea Zorzi, per tutti ancora adesso “Zorro”, sta commentando per Sky la Volleyball Nations League, l'erede della vecchia World League, che gli azzurri non vincono dal 2000.

L'edizione 2023 è entrata nel vivo. Domani alle 17 l'Italia affronterà in semifinale a Danzica (Polonia) gli Stati Uniti (diretta esclusiva su Sky Sport Summer, Sky Sport Arena ed in streaming su NOW), dopo aver spazzato via 3-0 l'Argentina nei quarti. La squadra di Ferdinando De Giorgi è campione d'Europa e del Mondo in carica e sogna l'oro olimpico, sempre sfuggito ai nostri colori, per Parigi 2024.

Zorzi, con l'Argentina una prova davvero convincente...

«Non ricordo recentemente una partita segnata sin dall'inizio così nettamente a favore di una squadra, e questa era l'Italia. Loro sono stati condizionati da due infortuni, ma gli azzurri hanno giocato una buonissima pallavolo. Mi hanno sorpreso perché di solito, quando c'è così tanta differenza, si cala un po' di intensità. Invece non hanno fatto una piega, in tutti i fondamentali. L'Argentina ci aveva battuto nella prima fase, ma l'Italia aveva in campo una squadra di giovani, che ha anche fatto una buona gara, ma che non era riuscita ad esprimersi con continuità a livello di quella Argentina».

Ora bisognerà ripetersi contro gli Stati Uniti, numero uno del tabellone di VNL, che a loro volta hanno già battuto l'Italia...

«Anche gli Stati Uniti hanno battuto però l'Italia dei giovani. Hanno cominciato subito ad alti livelli, vincendo il girone di qualificazione e mandando in campo più o meno sempre gli stessi giocatori. Un torneo affrontato diversamente da Usa e Italia, che arrivano in maniera diametralmente opposta anche alla semifinale: gli azzurri dopo una vittoria facilissima sull'Argentina, gli Stati Uniti dopo una faticaccia per 3-2 contro la Francia allenata da Andrea Giani. Potrebbe paradossalmente essere un vantaggio, perché nella pallavolo è importante anche avere un ricordo recente di una partita molto equilibrata. Questo non vuol dire che gli Stati Uniti siano favoriti sull'Italia, perché i nostri giocatori hanno dimostrato più volte di saper reagire ad ogni difficoltà».

Trova somiglianze tra questa Italia e la sua prima Italia, quella che cominciò a vincere tutto con Velasco?

«L'unico ambito in cui è sensato fare confronti è quello dei risultati. Sotto quest'aspetto il cammino è molto simile, con l'Europeo 2021 e il Mondiale 2022 come accadde a noi nel 1989 e nel 1990. La squadra è giovane e molto dotata tecnicamente, quindi ci possono essere delle analogie. Io ero molto preoccupato perché la nostra squadra affrontò nell'anno post-Mondiale, nel 1991, un momento complicato: la popolarità, gli interessi anche economici, avevano fatto perdere un po' il focus su quello che si doveva fare.

E temevo potesse capitare anche all'Italia di oggi. Invece fino ad adesso in questa VNL ho visto dei ragazzi superconcentrati, non distratti dalle vittorie recenti. Concentrazione, ma anche sorriso, leggerezza: che non vuol dire superficialità. Vuol dire riuscire a giocare una grande pallavolo mantenendo un certo stile. Un esempio: Alessandro Michieletto è un grandissimo atleta, ma è giovanissimo ed è bello vederlo sorridere in continuazione con i compagni».

Cosa ha portato e sta portando di più dalla panchina il c.t. Fefé De Giorgi, che lei conosce benissimo?

«Ogni grande ciclo delle squadre vincenti è sempre legato ad una relazione molto profonda, quasi un po' magica, tra giocatori ed allenatore. Ed è quello che è successo tra questi ragazzi e Fefé De Giorgi, che quando è arrivato dopo i Giochi Olimpici di Tokyo 2021 ha fatto una vera e propria rivoluzione generazionale, tenendo pochi giocatori dei gruppo precedente. Questo ha portato subito dei risultati: Fefé è stato un grande palleggiatore (tre volte campione del Mondo, ndr) ed è un grande allenatore. Ha vinto molto, ma ha preso anche sonore batoste, quindi ha l'età e l'esperienza per inquadrare bene tutte le cose. Si nota però soprattutto il grande rapporto di stima profonda con i ragazzi. Non so come abbia fatto, non saprei dire la “ricetta”, ma è quello che si percepisce di più dall'esterno».

L'Italia sarà tra i Paesi che ospiteranno partite sia dell'Europeo maschile (28 agosto-16 settembre), sia dell'Europeo femminile (15 agosto-3 settembre). Sarà possibile una doppietta azzurra?

«Nulla è scontato, ma entrambe le squadre hanno la possibilità di vincere. Con una differenza: se gli uomini da tempo stanno confermando buoni risultati e un buon clima, a livello femminile le cose sono un po' più complicate. Alcune disavventure negli ultimi anni hanno creato un po' di insicurezza. Sul piano tecnico la Nazionale femminile può vincere gli Europei, ma deve risolvere ancora qualcosa, mentre quella maschile mi sembra più solida».

Dopo la tua carriera da giocatore ha fatto mille cose. Quanto le piace commentare le partite in televisione?

«È stata la mia grande passione appena smesso di fare l'atleta. Collaboro con Sky da quando è nata ed è sempre stato per me un ambiente eccitante, innovativo, anche coraggioso. Abbiamo discusso sul linguaggio da utilizzare, sull'uso delle grafiche, per raccontare al meglio la pallavolo. Rispetto ai primi tempi non sono più solo interessato alla cronaca, ma mi piace creare delle connessioni con quello che accade in generale nel mondo della pallavolo e anche con il passato. E mi piace commentare i giovani».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Luglio 2023, 06:00
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