Raz Degan in lacrime a Verissimo: «La moglie del mio fratellastro era al rave, nessuno sa che fine ha fatto»

Un racconto toccante, al di là delle opinioni politiche quello dell'attore da Silvia Toffanin

Raz Degan in lacrime a Verissimo: «La moglie del mio fratellastro era al rave, nessuno sa che fine ha fatto»

di Redazione web

Raz Degan è nato e cresciuto a Israele e oggi racconta il suo dramma per la guerra scoppiata in Medio OrienteVerissimo. «Fa male all'anima tutto questo, non riesco a immaginare che siamo arrivati a questo». Il papà e il fratello sono lì. «Mio padre ha 80 anni, il nostro kibbutz è stato evacuato lui non lascia la casa. La moglie di mio fratello era una delle ragazze che sono andate a ballare al rave a Israele per la pace: non sappiamo dove sia, è passata già una settimana». 

Raz Degan a Verissimo, il dramma per la guerra in Medio Oriente: il racconto dell'infanzia in un kibbutz in Israele, le sue origini, la carriera e la vita privata

Raz Degan, la preoccupazione per i parenti

Con gli occhi lucidi l'attore continua: «Noi ebrei quando muore qualcuno per 7 giorni stiamo a casa, ora sono passati 7 giorni e i genitori di quella ragazza non sanno che fine ha fatto perché tanti cadaveri non sono riconoscibili. Molti aspettano notizie delle persone sequestrate ma non ci sono» 

Immagini forti quelle che Silvia Toffanin manda in onda: «Queste immagini sono meno di quello che realmente sta accadendo.

Non si può immaginare, ho paura a raccontare al popolo italiano quello che sta succedendo. È tutto al di là della politica». Si torna a parlare del padre: «Mio padre non sono riuscito a convincerlo a venire ma la mia sorellastra che ha 4 figli viene a casa mia stasera. È stato difficile portarla qua perchè non ci sono più i voli».

Il racconto 

Ma cosa è un kibbutz, Raz lo spiega: «Un kibbutz è un grande campeggio in cui vivono 500 famiglie e lavorano insieme: io sono nato li al confine della Siria». «Io da piccolo stando al Nord le guerre erano là e per me i giochi erano gli ordigni». Ha vissuto negli anni delle grandi guerre senza il padre e con il rumore delle bombe costante. Il dolore di Raz non è arginabile. «Stavano festeggiando per la pace, sono stati bruciati vivi, decapitati, questa non è guerra. Loro non avevano armi». Dove finirà? «Il sangue porta sangue»


Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Ottobre 2023, 13:40
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