Enzo Decaro: «Vi presento il Pino Daniele che faceva la rivoluzione con le parole»

Enzo Decaro: «Vi presento il Pino Daniele che faceva la rivoluzione con le parole»

di Mario Fabbroni

Provate a togliere la musica dalle canzoni di Pino Daniele: resterete abbagliati dalle parole, quelle stesse che sono state cantate migliaia di volte. Forse quasi in modo inconsapevole, avvolti da un’inconfondibile melodia. 
Enzo Decaro (attore, sceneggiatore, apprezzato docente universitario di scrittura creativa) l’ha fatto. E insieme al chitarrista jazz Antonio Onorato punta ad esaltare il “poeta” Pino Daniele nello spettacolo “Sulo pe’ parlà” che in realtà è un incontro con il pubblico (domani a Roma, Teatro Villa Lazzaroni, ore 21) che si fonda su un solo, potentissimo elemento: la parola, anzi la poetica della parola. 
«Lui è stato un rivoluzionario - dice Enzo Decaro - uno che aveva qualcosa di immenso e mai banale da dire anche quando affrontava il tema dell’amore, che nella musica è stato declinato in ogni modo». 


Più musicista o più autore di testi di rara bellezza? 
«Pino Daniele aveva semplicemente una marcia in più. Lo sapevamo tutti, noi giovani di belle speranze che frequentavamo la scena musicale napoletana: lui aveva già una sua grandezza rispetto a quella generazione di fenomeni che Napoli ha prodotto negli anni Settanta e Ottanta». 
Lei quali sensazioni provava? 
«Ho conosciuto Pino prima de “La Smorfia”, ma il nostro trio comico ha avuto il privilegio di farlo debuttare in tv».
Racconti...
«Insieme con Massimo Troisi e Lello Arena stavamo registrando una delle puntate della trasmissione Rai “Non Stop” quando il regista Enzo Trapani chiese qualcuno che potesse rappresentare la “Vesuwave”, l’onda partenopea che fuggiva dai soliti cliché per proporre un nuovo linguaggio e un sound più vicino ai grandi del jazz, del soul, del rock. Proposi Pino Daniele e i suoi musicisti, loro vennero e suonarono “Saglie saglie” nel teatrino che faveva parte della scenografia di “Non Stop” dove ci esibivamo.

Un’emozione che sento ancora».


Cosa fate in scena durante “Sulo pe’ parlà”? 
«Non è facile mettere in stand by il musicista Pino Daniele, ma provo a spiegare al pubblico cosa c’è dietro la poetica delle canzoni di Pino Daniele. E la gente spesso si meraviglia nello scoprirne il significato. A molti giovani piace questo dialogo, c’è un ritorno della riflessione attraverso le parole». 
Nonostante il linguaggio dei social?
«La parola che non ha un pensiero non conta niente. Ecco perché dico che Pino Daniele era un rivoluzionario, aveva sempre un forte pensiero da esprimere. Anche quando era controcorrente. Certo, sui social spesso ci si imbatte in parole prive di senso, vuote, quasi scritte solo per riempire uno spazio prestabilito. Per fortuna non tutti sono così, tanti giovani mi chiedono di rileggere Socrate e di spiegare il suo pensiero. Poi quando Antonio Onorato fa letteralmente parlare la sua chitarra, allora sul palco e in sala si sogna». 
Quindi partecipazione corale in teatro ma anche una sana improvvisazione...
«Diciamo che io e Antonio Onorato sappiamo dove andare ma non conosciamo mai la strada che ci porta lì».


Pino Daniele come Massimo Troisi, il loro successo non conosce confini.
«Vero. Sono due assenze pesanti, che avverto moltissimo. Ma loro non sono mai stati così presenti. E non soltanto per Napoli».
Tra poco più di un mese, il prossimo 19 febbraio, Massimo Troisi avrebbe compiuto 70 anni: ci saranno celebrazioni speciali?
«Stiamo lavorando sotto traccia, ci sono idee meravigliose. Vorrei ricordare Massimo insieme a tutti gli altri amici organizzando qualcosa di autentico, senza fronzoli, che parli al cuore di chi lo ha amato. Ma niente spoiler, please»...


Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Gennaio 2023, 18:59
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