Chiara Bordi co-protagonista ne "I Fantastici 5" con Raoul Bova: «Non siamo eroi, ma persone con la passione dello sport»

L’intervista all’attrice che porta la disabilità in tv senza pietismo: <>

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di Sabrina Quartieri

Scala falesie, fa immersioni, sfreccia sullo skate e frequenta le Canarie, per sfidare le onde sulla tavola da surf. Sono gli elisir delle ferite di una giovane donna con disabilità, Chiara Bordi, che è anche attrice, modella e una ragazza che ha fatto storia a Miss Italia 2018, conquistando il terzo posto dopo aver sfilato con una scintillante protesi glamour, puntellata di cristalli, alla gamba sinistra.

Poche altre sanno difendere il valore della vita più di lei, che con la sua fresca spensieratezza e una granitica determinazione, ha dato una seconda chance alla sua esistenza, dopo l’incidente in motorino del 2012, che l’ha cambiata per sempre. Ma «che per sempre mi ricorderà la forza della vita», scriveva su Instagram, nell’estate 2021, la giovane di Tarquinia, località del Litorale nord di Roma. Un post che è un’ode al dono più prezioso, la vita, e che racconta la rivincita di Chiara, attraverso una strada tortuosa, a volte, ma che l’ha resa più luminosa e inaspettatamente felice, grazie a tutti i traguardi raggiunti.

Lei, esempio vivente che, sebbene si possa cadere, se si ha il coraggio di rialzarsi e non si smette di sognare, le opportunità poi arrivano. E i cassetti dei sogni continuano ad aprirsi: pochi mesi fa, arriva il conseguimento della laurea in Tecniche Ortopediche col massimo dei voti; poi, il ruolo da co-protagonista nella serie “I Fantastici 5” con Raoul Bova,  una coproduzione RTI – Lux Vide per Mediaset, che racconta lo sport paralimpico e la passione di quattro giovani atleti. Otto puntate che andranno in onda su Canale5 in prima serata da martedì 16 gennaio.

Chiara Bordi attrice

Chiara Bordi, qual è il suo personaggio?

Interpreto Laura, una ragazza solare, determinata e appassionata, che si pone l’obiettivo di entrare nella società  sportiva più prestigiosa d’Italia. Riesce a farlo, ma trova un ambiente molto competitivo. Non si lascerà scalfire, però, da questa logica e, alla fine, saprà dimostrare quanto vale. Nel mentre, empatizza con Riccardo (Raoul Bova), il suo allenatore, che come lei viene un po’ messo ai margini. Amo Laura, perché è una persona pura, spero possiate conoscerla presto.

Una serie che affronta il tema sport e disabilità in modo non pietistico. Perché è importante raccontarlo in questo modo?

Perché per tempo la disabilità è stata rappresentata sempre sotto forma di stereotipi, che fosse pietismo, che fosse ispiration porn, che fossero altri modi per appiattire dei personaggi agli stereotipi. La realtà non è questa e dato che il cinema dovrebbe essere proprio raccontare la realtà, noi vogliamo farlo nel modo più naturale e reale possibile, ovvero lontano dagli stereotipi.

Da attrice con disabilità, pensa ci sia sufficiente attenzione nei luoghi di formazione e nelle produzioni per figure come la sua? 

No.

E spero che questa serie possa essere apripista in tal senso. Tra l’altro, non esistono sufficienti attori e attrici con disabilità, proprio perché per anni c’è stato impedito di entrare in questo mondo, non eravamo considerati. Forse il 5% delle produzioni li includono. Così, i disabili non si rivedono in tv o al cinema, e quindi non si formano perché pensano che non ci siano opportunità. Io ho sempre voluto fare l’attrice, ma credevo di non trovare spazio. Ringrazio per questo la produzione, come anche la serie “Prisma” di Prime Video, per cui ho già girato la seconda stagione.

Cosa significa per lei aver fatto parte di questo set?

È stata un’occasione preziosa che mi ha fatto crescere, mi ha donato la conoscenza di persone stupende, sul set abbiamo creato una squadra e ci siamo supportati, per questo la serie è riuscita. Inizialmente avevo solo paura che la disabilità fosse rappresentata nel modo non giusto, con un approccio pietistico e invece è tutto il contrario. Le persone con disabilità possono essere dure, antipatiche e questo nella serie si vede. Poi, certo, è stato complicato formarsi come atleta, anche se sono sportiva, ma ho affrontato un percorso stupendo e mi sono lasciata ispirare dai caratteri di grandi campionesse come Monica Contrafatto e Ambra Sabatini, e di Alessia Donizetti, la mia controfigura.

Un aneddoto che ritiene particolarmente rilevante?

Laura a un certo punto parla del suo incidente in motorino: io non volevo rendere la scena drammatica. Era un fatto superato, così lo racconta senza piangere mai. Le lacrime le escono invece quando inizia a ricordare il momento in cui scopre la passione per l’atletica. Solo lì si emoziona. L’atletica è la sua vita e quello che la rende felice. Se questa serie con un approccio di questo tipo fosse stata fatta dieci anni fa, quando io ho avuto l’incidente, mi sarei sentita sostenuta. Invece ho trovato una società che non era pronta ad affrontare la disabilità in modo giusto. “I Fantastici 5” fa cambiare prospettiva, non siamo eroi, siamo persone con una passione: lo sport. Solo sullo sfondo c’è la disabilità. 

Com’è stato recitare accanto a Raoul Bova?

Inizialmente, quando mi sono trovata davanti a lui, non sapevo come pormi, se potergli dare confidenza o meno. Poi, dal primo momento sul set ho capito che è una persona con cui poter scherzare, simpatica e disponibilissima. È emersa in seguito anche una parte sensibile ed empatica. E ovviamente Raoul mi ha insegnato molto a livello professionale.

Lei è una sportiva, ma ci sono tante Chiara: la modella, l’attrice, l’ortopedico. A quale aspetto tiene di più?

Tengo a tutti, sto solo dando priorità a questa strada, che è il cinema e spero possa portarmi soddisfazione, ma non vorrei rinunciare a nulla. Fanno tutte parte di me.

Un altro sogno nel cassetto che vorrebbe poter aprire quest’anno?

Riuscire a interpretare un personaggio che da script non abbia disabilità. Perché solo a quel punto avremmo fatto davvero dei passi avanti.

  
Chiara Bordi mentre fa skate

 
Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Gennaio 2024, 21:21
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