Bangla a puntate: «Torpignattara ci ha ispirato, siamo un ponte tra le generazioni»

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di Paolo Travisi

In quanti avrebbero scommesso sul successo di un film diretto e interpretato da un perfetto sconosciuto, italiano di seconda generazione, con famiglia originaria del Bangladesh e girato nel quartiere multietnico di Tor Pignattara a Roma? Chi ha scommesso su “Bangla”, film di e con Phaim Bhuyan, premiato con il David di Donatello nel 2020, come miglior regista esordiente, ha vinto due volte, perché dal 27 aprile, andrà in onda su Rai3 in prime time e dal 13 aprile in box set su RaiPlay, anche la serie in 8 episodi che inizia dove finisce il film.


La storia è di quelle che potremmo vedere su una piattaforma di streaming internazionale, perfetto mix di umorismo e temi seri e quel melting pot che ha fatto la fortuna delle commedie british. Ed invece è un prodotto 100% italiano, che scardina i palinsesti generalisti di mamma Rai. Ambientato a Torpignattara, racconta la relazione d’amore tra due ventenni, Phaim, musulmano praticante, nato e cresciuto nella capitale, ma orgoglioso delle sue origini e della famiglia di mercanti ambulanti, con Asia, interpretata da Carlotta Antonelli, passionale e ribelle, figlia di Pietro Sermonti, borghese radical e fricchettone, lasciato dalla moglie che si è scoperta omosessuale.


In Bangla, sono ribaltati stereotipi e cliché sugli immigrati e per la prima volta in tv, è rappresentata un’Italia nuova e moderna. «Torpigna è una fonte d’ispirazione, un quartiere in cui le comunità che ci vivono sono ancora chiuse, dove non c’è una vera integrazione e la nostra generazione sta facendo da ponte», racconta Phaim Bhuyan, convinto che l’Italia sia pronta ad accogliere storie nuove «che vanno raccontate e sono ispirate alle serie inglesi ed americane».

Per Carlotta Mantovani, tra le interpreti della serie di successo “Suburra”, «è una storia d’amore tra famiglie che riescono a integrarsi nonostante le differenze. Vorrei che la gente vedesse Bangla, perché è bella la leggerezza con cui nella serie sono raccontate tematiche complesse». E sul suo futuro, Bhuyan ha le idee chiare: «Un nero non deve per forza interpretare un migrante, Denzel Washington è il protagonista dei suoi film. Spero che in futuro il cast di un film non debba per forza essere caucasico».


Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Aprile 2022, 11:00
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