Vinicio Capossela: «Canto il campionario di mali di questo irragionevole mondo»

Pubblica "Tredici canzoni urgenti", dichiara: «Mai stato così esplicito». Nel disco, politica, la situazione delle carceri e la violenza dentro le mura domestica, letteratura e tantissimi musicisti: da Cesare Malfatti a Margherita Vicario. Capossela sarà tra gli ospiti del Primo Maggio di Taranto.

Vinicio Capossela: «Canto il campionario di mali di questo irragionevole mondo»

di Rita Vecchio

Vinicio Capossela come Ariosto: cantare di audaci imprese sarà il raccontare la follia del mondo. Il paragone con l’Orlando Furioso non è casuale. E’ l’urgenza a scatenare la tempesta artistica che si traduce in un’attualità di cui l’album diventa un'opera unica, dal titolo “Tredici canzoni urgenti” (dal 21 aprile). Tre -  “La crociata dei bambini”, “La parte del torto” e “All you can eat” - lo hanno anticipato (il live di presentazione, sold out, domani sera al Conservatorio di Milano). Il «bene rifugio» per il cantautore di La Cùpa diventano musica e parole che rappresentano un mondo «disordinato e in trasformazione». Tanto libero nel pensiero, quanto sibillino e laconico nelle risposte, lo stile di Capossela è quello di chi la genealogia delle canzoni la destina alla canzone stessa: «Credo di non avere molto da dire, penso di non avere mai scritto brani così espliciti e possono non essere spiegati».

Sono 13 canzoni polimorfe.  

«Ballate, waltz, jive, blues, marcia, cha-cha-cha, sono l’universo che dà voce ai problemi attuali. Dalla violenza di genere alla situazione delle carceri, al parossismo consumistico generato dal capitalismo predatorio. Un campionario di mali che abbiamo quotidianamente davanti agli occhi». 

Che disco è?

«Nonostante la smaterializzazione della musica, è materico e all’antica. Non è essenziale. Dentro ci sono tantissimi musicisti (Cesare Malfatti, “Don” Antonio Gramentieri, Taketo Gohara, Mauro Ottolini) e strumenti (theremin, arciliuto, ribeca, intonarumori). La melodia fa il resto. E io, come un San Sebastiano trafitto dalle frecce, mi sono fatto trafiggere dai tasti neri e bianchi del pianoforte». 

Ha parlato di microfono condiviso.

«In “La cattiva educazione” c'è Margherita Vicario che fa parte di una generazione che ha iniziato a demolire la cultura del patriarcato che permea le nostre relazioni. Mara Redeghieri (“Staffette in bicicletta”), la cantante più “resistente” che conosca. E compagni di viaggio come Bunna, Sir Oliver Skardy, Raiz che mai avrei pensato di far cantare insieme ("Sul divano occidentale”)». 

Qual è l’urgenza che crea più allarme? 

«L’individualismo che genera fatalismo e disunione». 

E’ vero che sulla Terra non è rimasta che follia?

«Beh, è un mondo irragionevole. Mi sembra innegabile, no?». 

Chi sono gli “imbellettati di cultura”?

«Quelli che stanno sia a sinistra che a destra. Mi ha fatto riflettere quando l’attuale presidente del consiglio, Giorgia Meloni, non entrando nel Governo dei migliori di Mario Draghi, citò Brecht: «Dato che i posti buoni erano occupati, ci siamo seduti dalla parte del torto». Oggi il torto non è più appannaggio delle forze che lottano per la libertà». 

Chi sta dalla parte del torto e chi dalla parte del giusto?

«E’ una domanda che non offre risposte. C’è solo tanta intercambiabilità. Non c’è forse disorientamento?». 

E’ la Schlein? 

«Non saprei, è anni che si attende il messia dei cambiamenti». 

Ha detto di essere rimasto basito dalla bocciatura nel 2021 in Senato del progetto di legge contro i reati di odio e discriminazione razziale. Il disco ne è una conseguenza?

«Ho trovato indecente l’applauso, ma questo è solo uno dei tanti nostri mali. Non dirò mai i motivi privati per cui nasce il nuovo album». 

In “Minorità” su spartito c’è la situazione delle carceri, di attuale dibattito politico. 

«Il carcere è il buco nero della nostra coscienza, che mette il detenuto in una condizione di infantilizzazione coatta. Qui si critica il sistema riabilitativo, ma è stata scritta prima del caso Cospito e di tutto il resto». 

Ariosto, per Capossela, diventa mediatore di un pensiero. 

«Ci sono temi affrontati con parole fuor di metafora. Cito lui non perché oggi manchi una rappresentanza intellettuale, ma perché è più facile usare riferimenti consolidati. E poi, non posso non citare Ariosto che a Scandiano, paese in cui sono cresciuto, ha tutto intitolato (pure il cinema a luci rosse)». 

E quindi, perché il riferimento all’Orlando furioso? 

«Perché è un poema moderno dove tutti girano a vuoto, come succede nella società contemporanea.

Nell’”Ariosto Governatore”, ispirato alle lettere scritte quando Ariosto era governatore in Garfagnana, c’è la frustrazione di non potere cambiare la realtà in cui il potente è intoccabile e l’umile è oggetto di ogni vessazione. In “Gloria all’Archibugio”, il riferimento è alla rivoluzione operata dalle armi da fuoco che ha portato agli ordigni di distruzione di massa. E qui c’è la selva dantesca: una lupa che non si sazia mai è metafora del capitalismo moderno e della società attuale». 

E lei come vive questo disorientamento? 

«Interpreto la crisi di una rappresentanza politica esprimendo un voto contro e non per sostenere una causa. Si è andato realizzando un cortocircuito valoriale, in cui non esiste più destra o sinistra. Mi sembra quindi che la parte del torto è quella in cui ci siamo messi tutti, in una lotta di mera contrapposizione che vanifica e neutralizza il concetto stesso di “parte del giusto”». 

Speranza e resistenza sono termini molto usati nei testi. 

«Odio gli indifferenti, diceva Gramsci. Ma ancora più riprovevole è chi crea indifferenza. La speranza è una bandiera da alzare. In “Staffette in bicicletta” c’è il lato più umano della Resistenza, con nomi di donne che ne hanno preso parte: Vanda, Gina, Rina, Rosina, Bruna, Natalina, Adarmina, sono espressione di un mondo che non esiste più. La vera guerra è quella contro la guerra. La staffetta è un andare avanti». 

Una mattina non mi sono svegliata e l’invasore lo avevo in casa: In "La cattiva educazione" c’è la citazione di Bella Ciao per un testo che parla di violenza dentro le mura domestiche e di «maschere che hanno armato il coltello».

«Perché consideriamo il nemico come qualcosa che viene da fuori. La violenza è frutto di cattiva (o, addirittura, inesistente) educazione. In questo momento è attuale, e riguarda tutti». 

Lei cita Brecht: anche nei tempi bui, si canterà dei tempi bui. Ma davvero in questo periodo, parlo del panorama musicale, si canta di tempi bui?

«Non lo so perché non ho ascoltato molto i dischi che sono usciti. Io sono uno datato. Ho coinvolto diversi musicisti che leggono il loro tempo, come Margherita Vicario, per esempio. Io credo che il panorama musicale esista, ma si devono andare a cercare persone con cui si è in consonanza».

Primo maggio: Roma o Taranto?

«Suonerò a Taranto. Mi sembra sia socialmente più chiara come manifestazione. Nell’altro si trascura la canzone sociale, tradizione italiana straordinaria». 

Di Sanremo che pensa?

«Ero all’estero e non ho visto il Festival».

Di un “limite si può fare una possibilità”? 

«Si. Come diceva Epitteto, ci si deve occupare delle cose che sono nelle nostre possibilità. E credo che della nostra limitatezza si possa fare una possibilità. A me alcune volte riesce, altre no».

 

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Dopo il concerto di presentazione del disco in anteprima il 20 aprile al Conservatorio di Milano, seguiranno una serie di CONCERTI URGENTI in primavera ed estate. Queste le prime date confermate:

RICCIONE (RN) 23 Aprile ’23

“Non ho da offrire che parole”

Concerto bibliopedico

Piazzale Ceccarini 11 ore 18.00

Ingresso libero

GATTATICO (RE) 25 Aprile ’23

Festa della Liberazione a Casa Cervi

VINICIO CAPOSSELA e MARA REDEGHIERI

Ore 12.00

TORINO (TO) 25 Aprile ’23

“Voi che passate il testimone”

Concerto omaggio alle staffette partigiane

Auditorium Giovanni Agnelli Lingotto ore 21.00

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria

www.fondazioneperlaculturatorino.it

FIESOLE (FI) 9 luglio ’23

Teatro romano di Fiesole ore 21.15

Estate Fiesolana

PESARO (PU) 13 luglio ‘23

“Lonely Planet UlisseFest”

Piazza del Popolo ore 21.30

BRA (CN) 28 luglio ’23

Attraverso Festival

Parco della Zizzola ore 21.00

BARD (AO) 29 luglio ’23

Forte di Bard ore 21.30

CASSANO ALL’IONIO (CS) 2 agosto ’23

Armonie d’Arte Festival ore 22.00

MESAGNE (BR) 3 agosto ’23

Piazza Orsini ore 21.00


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Aprile 2023, 08:52
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