Paola Turci, 'Io sono' è il disco della maturità:
la cantante non nasconde più le cicatrici

Paola Turci, 'Io sono' è il disco della maturità: ​la cantante non nasconde più le cicatrici

di Alessandra De Tommasi
ROMA – Stavolta Paola Turci ci mette la faccia e non solo sulla copertina del nuovo album, Io sono: per i 30 anni di carriera non mette a nudo solo l'anima musicale, tra brani classici del suo repertorio e inediti con cui, ma stampa un sorriso su quel volto “tormentato” dall'incidente stradale del 1993.





Finalmente serena con se stessa, non vede l'ora di cantarlo al mondo intero.

Perché per il video del singolo ha scelto il Salento?

«Merito del regista salentino Mauro Russo, ma anche della mia assidua frequentazione della Puglia. Torre Lapillo ha regalato una luce mai vista durante un tramonto surreale: il mare mi dà un senso di infinito, m'immagino così, su una spiaggia, libera di mostrare quella che sono».



A viso scoperto…

«Sì, un viso che mostra debolezze e cicatrici con serenità e fierezza ritrovate perché danno forza».



A 50 anni è tempo di bilanci?

«Io preferisco parlare di festeggiamenti: amo i compleanni ma non li vedo come un obbligo di fare i conti con la vita. Questa età è piacevole, forte, importante, che dà voglia di leggerezza».



Cosa consiglieresti alla Paola sedicenne?

«Divertiti di più, ridi spesso perché non sei la sola a vivere tormenti e crisi!».



Qual è il primo ricordo legato alla musica?

«Quando avevo 3-4 anni mamma, di ritorno dal mare, si fermava al bar e metteva nel jukebox le monetine e ballava e cantava Mina, Ornella Vanoni, Patty Pravo. Io imitavo lei, la mia cantante preferita».



Le prime canzoni?

«Quando nel weekend partivamo in cinque in una macchina minuscola per andare al mare si cantava sempre… io ero la radio!»



Un duetto dei sogni?

«Nick Cave, PJ Harvey e, se vogliamo essere old style, Leonard Cohen».



I prossimi appuntamenti?

«Il tour instore, il concerto del Primo Maggio a Roma e poi la tournée da metà giugno. Sono felice, già proiettata in avanti per i prossimi 50 anni».



Il pubblico sarà sorpreso dal cd?

«Rimarrà colpito dalle canzoni: finora le ha ascoltate sempre con un certo vestito, ora hanno abiti nuovi, più leggeri, rilassati ma attenti. È un album ipnotico, magico, elettronico e acustico, con la voce al centro a raccontare le storie. Prima per me la musica era un momento di gioia esclusiva, ora è una ricerca interiore, uno strumento per guardarmi meglio e capire di cosa ho bisogno».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Aprile 2015, 10:37
© RIPRODUZIONE RISERVATA