Giorgio Moretti: «Ho Paura? Un urlo di speranza a nome della mia generazione»

Giorgio Moretti: «Ho Paura? Un urlo di speranza a nome della mia generazione»

di Claudio Fabretti

«L’hyper-rock? Un nome nato quasi per gioco e che però definisce bene il mio stile, che guarda al rock del passato ma con approccio moderno, con l’elettronica e la produzione di Meiden». Ha le idee chiare Giorgio Moretti, classe 1997, tra i giovani esponenti della nuova scena romana. Con l’uscita del nuovo brano e videoclip “Ho paura” - a un anno di distanza dall’album d’esordio “Quasi mai” - ha segnato una nuova tappa nell’evoluzione della sua musica, portata anche live sul palco dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.


Che esperienza è stata suonare su quel palco?
«Un’emozione che non dimenticherò mai. Suonare all’Auditorium mi ha spinto a perfezionare in maniera meticolosa il lavoro svolto in questi mesi con la mia band».


Canta “Ho paura”. Di cosa in particolare?
«È un momento storico in cui tutti abbiamo paura. Volevo amplificare i pensieri della mia generazione, che vede il mondo remargli contro.

Ma è anche un urlo di speranza, che esprime voglia di vivere».


Qualche tempo prima ha scritto anche un brano profetico, “Bombe”.
«Sì, involontariamente profetico. L’ho scritto un mese prima dell’inizio della guerra. Voleva esprimere uno stato di angoscia generico ma ora, a riascoltare i suoi versi, mi rendo conto di quanto possa descrivere quello che si sta vivendo davvero in Ucraina».


Ha studiato anche scrittura creativa. L’aiuta a comporre i brani?
«Sì, quello è sempre il punto di partenza. I miei brani nascono come immagini in movimento, come dei piccoli film».


Prossimi progetti?
«Ho diversi brani già pronti ma non so ancora quando uscirà il nuovo disco. Ora stiamo cercando soprattutto date per esibirci dal vivo, in giro per i festival dell’estate».


Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Aprile 2022, 10:24
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