Francesco Guccini: «Le mie canzoni da intorto? Sono quelle dei perdenti, della lotta e della protesta. Lo streaming? Non so cosa sia»

Francesco Guccini: «Le mie canzoni da intorto? Sono quelle dei perdenti, della lotta e della protesta. Lo streaming? Non so cosa sia»

di Rita Vecchio

Arriva alla Bocciofila Martesana a Milano e lo appaludono, ma lui interrompe: «Non c’è bisogno». Francesco Guccini, 82 anni e mezzo, come dice lui, sorride, quasi divertito. Vederlo tornare fa un certo effetto. Oggi pubblica "Canzoni da Intorto”, un concept album di 11 cover storiche, più una, “Sluga naroda" (come gost track) in ucraino. «Sono responsabile della scaletta, ma non degli arrangiamenti», che sono di Fabio Ilacqua prodotte con Stefano Giungato. Tutto è partito (anzi, è ripartito) da un incontro nella sua Pàvana, una grande festa in cui amici e addetti ai lavori si sono riuniti attorno «all’idea “balzana”» e al «guizzo di scrivere un disco di “cover” che risale alla notte dei tempi». Il manager di allora, Renzo Fantini, «era stato riluttuoso. In quel periodo avrei però scelto “Come è profondo il mare” di Dalla o “Luci a San Siro” di Vecchioni. Queste del disco, sono le canzoni delle serate in cui si giocava a carte con gli amici», magari anche all’Osteria dei Poeti e all’Ostaria delle Dame (lo storico locale nato nel 1970 a Bologna), dove lo si era incontrato l’ultima volta nel 2017 in occasione della sua riapertura. Canzoni che «ho fatto fatica a cantare perché mi sento oggi come un atleta che ha smesso di correre, fuori allenamento». Canzoni politiche, di lavoro e di protesta, di lotta, «canzoni marginali che nessuno conosceva, canzoni poco discografiche secondo il mio punto di pista e secondo il mio sentire interessanti, belle e piene di storia». Aprono e chiudono, “I morti di Reggio Emilia “ (di Fausto Amodei) con riferimenti alla guerra e alla Resistenza, e “Sei minuti all’alba” (di Jannacci, dedicato al padre partigiano). Ci sono le milanesi "El me gatt”  («Da gattaro quale sono, ho dato mia la interpretazione»), “Ma mi” (di Giorgio Strehler-Carpi), in cui un partigiano resiste quaranta giorni alle percosse, la ballata del “Barùn Litrùn", “Quella cosa in Lombardia" (anche questa di Jannacci, ma scritta dal poeta Franco Fortini e dal musicista Fiorenzo Carpi), le anarchiche “Inno della rivolta” e “Addio a Lugano”, e la rivoluzionaria “Nel fosco fin del secolo” (definita da Guccini «la nonna della mia “Locomotiva", per lo stile retorico»).

O canzoni sociali come “Tera e Aqua”, o "Green Sleeves” (sigla strumentale della trasmissione di Rai 1 “A come Agricoltura”, in onda per tutto il decennio 70 e poi ripresa in "Amsterdam", brano cantato da Jacques Brel e interpretata da David Bowie). Il titolo “da intorto”, scelto dalla moglie Raffaella, è «un’illazione maliziosa anche se parzialmente affettuosa, per far vedere che sei un fighetto».

Uscirà solo in formato fisico con BMG anche perché «ignoro cosa sia lo streaming», spiega. Non nasconde il suo pensiero politico, non sbandierato. «Sono tutte canzoni dei perdenti. Studiando l’Iliade, ci si schierava dalla parte dei troiani o dei greci. Io ero tra quelli che tifava per i troiani (e cioè per i perdenti). E oggi, riferendomi alla tragedia politica attuale (Ucraina e Russia), tifo ancora per i perdenti». E a proposito della sinistra (e della recente frase di De Benedetti: “Pd partito di baroni”) risponde: «A differenza di De Gregori, non mi sono mai dichiarato comunista. Non dico essere stato un anarchico, idea oggi vagamente romantica, ma filo simpatizzante. Penso che “baroni” sia una definizione ingiusta». Questo disco arriva come una sorpresa, visto che dieci anni fa aveva dichiarato che dopo l’album “L’ultima Thule” non avrebbe più scritto canzoni, «perché è inutile arrampicarsi sugli specchi per cose che non si riesce più a fare». E da allora, confessa, «non ho più toccato la chitarra». Vista così, se il significato di "intorto" è imbonire, circuire per convincere qualcuno/qualcuna a prestarsi a proprio vantaggio, lui, il Maestrone, come lo si chiama, a convincerci della sua grandezza, ci è riuscito. Anche questa volta. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Novembre 2022, 11:31
© RIPRODUZIONE RISERVATA