Belcanto, la lirica omaggia Pavarotti
e si fa pop: appuntamento all'Eliseo
di Emiliana Costa
«Pensare che la lirica - spiega Silvestri - sia un genere di nicchia è sbagliato. Non esiste un rifiuto da parte dei giovani, puttosto una ineducazione. È un tipo di musica che non si insegna a scuola e la passione spesso si tramanda di padre in figlio. La prima opera a cui ho assistito è stata La Tosca a 14 anni e sono rimasto folgorato».Silvestri, come gli altri cantanti della compagnia, è stato scelto dalla Fondazione Luciano Pavarotti, la cui finalità è quella di valorizzare i giovani artisti che intendano dedicarsi allo studio dello stile vocale. «Essere selezionati - continua il tenore - ti lascia una grande responsabilità, ma anche il piacere di far parte di una grande famiglia. Mi sento come uno dei maghetti di Harry Potter nel castello di Hogwarts».
Ad incantare la platea, dunque, un cast giovane, ma di esperienza scenica: dodici cantanti (quattro soprano, due mezzosoprano, quattro tenori, due baritoni) accompagnati da sette musicisti e sette ballerini. «Si tratta di un excursus musicale spiega Silvestri - Si parte dalle origini della musica con le arie seicentesche di Claudio Monteverdi fino ad arrivare al rock dei Queen. Ripercorriamo dunque la carriera del maestro Pavarotti, che amò sperimentare generi diversi». E se gli si chiede cosa pensa del gruppo Il Volo, risponde così: «Sono tre bravi cantanti di musica leggera che hanno portato un'impronta classica nel loro lavoro. Quella dei Tre Tenori però era un'operazione esattamente inversa: Pavarotti, Domingo e Carreras hanno messo la loro lirica a disposizione delle piazze». Tra i brani dello show-memorial, Largo al factotum da Il barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini, Funiculì, funiculàe Nel blu dipinto di blu. «Il mio cavallo di battaglia? - conclude Silvestri - Sicuramente Recondita armonia da La Tosca, la mia opera del cuore».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 1 Giugno 2016, 09:45
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