Nuovo libro per Francesca Comencini: "Le 30enni di oggi sono libere ma non sanno neanche il perché"

Nuovo libro per Francesca Comencini: "Le 30enni di oggi sono libere ma non sanno neanche il perché"

di Valeria Arnaldi
Amori che non sanno stare al mondo. Si intitola cos il secondo romanzo di Francesca Comencini, appena arrivato in libreria pubblicato da Fandango. Una storia di coppia, anzi coppie, che diventa ritratto del dialogo, anche mancato, tra generazioni. Dal movimento Se non ora quando, di cui una delle fondatrici, all’ultima fatica letteraria, passando per i film, protagonista della sua riflessione la donna nelle sue quotidiane battaglie. E di quelle battaglie parla con noi. Per scoprire che a volte l’amore che non sa stare al mondo proprio quello delle donne verso se stesse.





Quali sono gli “Amori che non sanno stare al mondo”?

«Quelli che non sanno uscire dallo scrigno della coppia. Forse quelli in cui al concetto di amore non si accompagna quello di assunzione di responsabilità dell’altro».

Sentimenti e spaesamenti: tema universale o ritratto di un’epoca?

«I sentimenti sono l’ingrediente principale di ogni narrazione in ogni tempo. Però i modi in cui si esprimono e agiscono raccontano forse meglio di qualsiasi cosa un’epoca. Come dicevamo negli anni ’70, “il personale è politico”».

Racconta più amori fallimentari: non c’è speranza per la coppia?

«Nel libro c’è una coppia che non fallisce, almeno in apparenza: uomo maturo con ragazza più giovane. Un modello onnipresente. Quasi tutti gli uomini anziani o di mezza età che possono permetterselo a un certo punto rifanno la loro vita con ragazze molto più giovani. Il fatto che sia l’unica coppia che resiste nel libro la dice lunga. Evidentemente c’è una crisi nei rapporti d’amore alla pari, specialmente con l’età. Della libertà che ci siamo conquistati forse in questo momento si fa uso consumistico e forse della parità che le donne si sono conquistate, gli uomini, specie nel rapporto amoroso, hanno ancora molta paura».

Che rapporto tra le generazioni di donne di 50 anni e 30 anni?

«La trasmissione si è interrotta. Le conquiste per le quali le donne di 50 anni hanno combattuto hanno avuto uno strano, inaspettato contraccolpo nelle vite delle trentenni che peraltro sembrano ignorare il percorso, faticoso, che le ha portate alla libertà attuale. Forse perché è una libertà artificiale fortemente zavorrata dalla precarietà lavorativa, vero scandalo del nostro tempo».

Nel romanzo scrive “Volevamo essere libere, non volevamo essere sole”, cosa è successo alle battaglie delle donne?

«Sicuramente hanno cambiato il Paese e il mondo. Non si misura mai abbastanza quanto le battaglie di civiltà delle donne abbiano contribuito a cambiare nel modo più radicale le vite di tutte e tutti. Certo le donne pagano un prezzo. E le battaglie non sono finite, c’è molto da fare. Le donne sono ancora cancellate da tanti ambiti della cittadinanza ma la loro forza è grande, necessaria, e tutte e tutti lo sanno benissimo».

È arrivato finalmente il momento di una rivoluzione per la donna?

«È un percorso ancora lungo. Spesso siamo noi donne le prime a non credere o ad avere paura della nostra forza. Ma è un cammino ormai avviato e indietro non si torna».

Letteratura e cinema possono fare la differenza?

«Certo, e non solo letteratura e cinema ma anche le televisioni. Narrazione, arte, intrattenimento sono tra le forme più potenti di denuncia e politica. Purtroppo l’unico uomo politico che l’ha perfettamente capito in questi ultimi 20 anni non ha usato la sua intuizione propriamente a favore delle donne, né ha contribuito a fare dell’Italia un paese per donne. Ma comunque le donne vanno avanti, si raccontano, raccontano uomini e amori, che, alla fine, anche grazie a queste narrazioni, riescono malgrado tutto a stare al mondo e anche a cambiarlo, il mondo».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 23 Ottobre 2013, 09:20
© RIPRODUZIONE RISERVATA