Morto Ettore Scola, lutto per il cinema italiano.
Il regista di C'eravamo tanto amati aveva 84 anni

Video

di Ilaria Ravarino
ROMA - «A un certo punto è meglio andare in pensione. Continuare sarebbe come fare la fine di una vecchia signora che, indossando tacchi a spillo e rossetto, prova a mescolarsi tra i giovani». Così Ettore Scola, nel 2011, aveva annunciato il suo ritiro dal cinema. E la sua morte, arrivata ieri notte all’improvviso, rende giustizia al suo desiderio: essere ricordato per sempre, a 84 anni compiuti, come una mente tra le più geniali e lucide del cinema italiano.


Il regista, indimenticabile autore di film come Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca e C’eravamo tanto amati, era tornato l’ultima volta al cinema nel 2013 con un film-tributo all’amico Federico Fellini, Che strano chiamarsi Federico, tradendo per la prima e unica volta il suo proposito di uscire di scena.
«Mi ero ripromesso che non sarei tornato al cinema finché Berlusconi sarebbe stato al potere - aveva detto al pubblico della Mostra di Venezia, dove il film fu presentato fuori concorso - ma nonostante lui non si dia per vinto, ha ricevuto qualche mazzata. E questo, in contemporanea al ventennale della morte di Federico, mi ha fatto decidere di tornare al lavoro».

L’esordio alla regia era arrivato nel 1964, il primo grande successo di pubblico appena quattro anni dopo con Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?: fu l’inizio di una lunga collaborazione con Alberto Sordi, con il quale nel corso degli anni Settanta Scola avrebbe girato anche La più bella serata della mia vita, I nuovi mostri e Romanzo di un giovane povero. Ma davanti alla sua macchina da presa sono sfilate le stelle più brillanti del cinema italiano: da Marcello Mastroianni e Sophia Loren per Una giornata particolare a Ugo Tognazzi ne La terrazza, passando per Vittorio Gassman ne La famiglia e Massimo Troisi in Che ora è, fino a Sergio Castellitto e Diego Abatantuono, scelti a inizio millennio per Concorrenza sleale.
Nel corso della sua carriera Scola, che lascia la moglie e le due figlie Paola e Silvia, ha vinto sei David di Donatello e ha ricevuto quattro nomination al Premio Oscar per il miglior film straniero: nel 1977 per Una giornata particolare, nel 1978 per I nuovi mostri, nel 1983 per Ballando ballando e nel 1987 per La famiglia.

Ieri notte, l’addio: Ettore Scola, grande cantore del cinema italiano è morto a Roma al reparto di cardiochirurgia del Policlinico. E subito è arrivato il cordoglio del presidente del Consiglio: «Maestro dalla incredibile e acuta capacità di lettura dell’Italia - dice Matteo Renzi -, della società e dei suoi mutamenti, del sentimento del tempo, coscienza civile che lascia un enorme vuoto nella cultura italiana».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Gennaio 2016, 11:17
© RIPRODUZIONE RISERVATA