Tre ragazze in barca in Likemeback: «Ci siamo messe a nudo contro l'ossessione social»

Tre ragazze in barca in Likemeback: «Ci siamo messe a nudo contro l'ossessione social»

di Michela Greco
ROMA – Una barca in mezzo al mare. Tre ragazze giovanissime vi trascorrono alcuni giorni insieme, sospese sull’acqua e nel tempo, per festeggiare la fine del liceo. Sembrano isolate da tutto e tutti, invece quella barca è affollata di follower e fan delle tre, attive sui social in modi e con intensità diverse.  Con Likemeback, Leonardo Guerra Seràgnoli torna a costruire un racconto chiuso nel microcosmo di un’imbarcazione ma aperto sul vertiginoso orizzonte del mare dopo l’opera prima Last Summer, del 2014. Stavolta però in gioco ci sono la promiscuità, la libertà e i pericoli delle relazioni virtuali in cui sono -letteralmente - immersi i millennial. In sala dal 28 marzo, Likemeback è interpretato dalle tre promesse Blu Yoshimi (Piuma), Angela Fontana (Indivisibili) e Denise Tantucci (Braccialetti rossi), impegnate a incarnare tre modelli diversi di femminilità. “È stato quasi terapeutico fare questo film – ha detto Denise Tantucci – il mio personaggio è abbastanza simile a me e proprio per questo è stato ancora più difficile capire quali fossero i confini tra reale e fittizio. Questa promiscuità fra reale e virtuale, tra persona e personaggio, è stato il modo più efficace per trovare in questo film uno specchio della nostra generazione”.
Angela Fontana, che in Likemeback  è la più “spregiudicata” sui social, confessa di aver avuto anche paura. “Fare questo film ha significato mettersi a nudo completamente, spogliarsi fisicamente e mentalmente ed entrare in un mondo sconosciuto. Io nella vita uso i social, ma non in modo ossessivo, senza espormi troppo. Mi sono però documentata sul mondo delle fashion blogger: fanno un lavoro impegnativo con le immagini e con il corpo, sono molto seguite ma quando escono dalla dimensione virtuale hanno facilmente delle mancanze”. Le tre attrici, tutte classe 1997, avevano come traccia una sceneggiatura molto esile, poi riempita grazie alla loro interazione sulla barca e alla creazione di un profilo Instagram gestito insieme durante la lavorazione. “Ci sono entrate come attrici – ha spiegato il regista, trentanovenne romano - e pian piano hanno iniziato ad alimentarlo come fossero i loro personaggi. Per quelli della mia generazione è difficile capire le dinamiche dell’interazione tra mondo virtuale e reale in cui sono immersi i ragazzi di oggi. È un mondo ostile con cui ho cercato un dialogo indagandolo dall’interno, nell’intimità di una barca. Un luogo che costringe alla presenza fisica ma favorisce l’assenza mentale. Le tre ragazze sono lì ma anche altrove, e a bordo con loro ci sono tante persone: quelle che le seguono sui social”.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Marzo 2019, 07:25
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