Emma Stone: «Rinasco a nuova vita e mi spoglio di tutti i pregiudizi»

L’attrice insieme a Dafoe nel remake al femminile “Povere creature” di Lanthimos

Emma Stone: «Rinasco a nuova vita e mi spoglio di tutti i pregiudizi»

di Alessandra De Tommasi

Yorgos Lanthimos si trova in un testa a testa con Martin Scorsese, dopo aver guadagnato 7 candidature ai Golden Globe (in scena domenica). Il regista greco riscrive al femminile la storia di Frankenstein in “Povere creature!” (dal 25 in sala, dopo il Leone d’oro alla Mostra di Venezia) e, come fa spesso, scombussola il pubblico. Durante un incontro con la stampa internazionale ha parlato della sua musa Emma Stone, che già ha diretto ne “La favorita”. «Il personaggio di Bella è come una creatura appena nata che reagisce con stupore a tutto ciò che la circonda», spiega il cineasta. «Per metterla in scena – gli fa eco Emma Stone – mi sono spogliata di ogni pregiudizio e, senza alcuna vergogna, mi sono lasciata andare alla curiosità, alla gioia e al senso di scoperta che noi adulti di solito perdiamo»

Si tratta di un viaggio verso la libertà e la conoscenza del mondo e di se stessa. Dopo essere annegata durante un incidente con un marito violento, lo scienziato Godwin (Willem Dafoe) la riporta in vita in un rapporto che va oltre quello tra creatore e creatura: «Tra questi due personaggi – commenta l’attore – non c’è solo una relazione paterna né amorosa in senso stretto, anche se lui a un certo punto s’innamora di lei».

Le chiavi di lettura di questo dramma restano misteriose, inquietanti e fuori controllo, com’è tipico del cinema di Lanthimos, ma non c’è alcun manifesto femminista dietro. Lo precisa l’attrice: «La storia non dipinge una rivolta verso il genere maschile, ma la scoperta del significato di relazione. D’altronde sperimenta varie fasi della vita». Il parallelismo con la sua carriera è evidente perché questa volta il Premio Oscar partecipa al progetto anche in qualità di produttrice: «Anche a me piace sperimentare cose nuove e, dopo tre anni di conversazioni sul film, Yorgos mi ha chiesto di aggiungere questo tassello al nostro rapporto professionale e per me è stato un coinvolgimento incredibile. Quando gli attori si lamentano del loro mestiere mi sembra semplicemente folle. Io amo questo mestiere, sono la critica più dura nei confronti delle performance che faccio e so che ci sono momenti di maggiore stanchezza, ma a parte questo resta un privilegio immenso». E così, senza alcun cenno di snobismo, la trentacinquenne interprete statunitense aggiunge al curriculum un altro ruolo memorabile in attesa di tornare nel sequel di “Crudelia”, che racconta l’origin story de “La carica dei 101”.

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Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Gennaio 2024, 08:49
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