Il docente Razzante: «Ai giovani comunicatori un consiglio: contate fino a tre prima di pubblicare»

Il docente Razzante: «Ai giovani comunicatori un consiglio: contate fino a tre prima di pubblicare»

di Valeria Arnaldi

Aspiranti “comunicatori” sui banchi. Professor Ruben Razzante, docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano e fondatore del portale www.dirittodellinformazione.it, che possibilità ci sono per chi volesse intraprendere una carriera nell’ambito di comunicazione e informazione?

«Sicuramente ci sono prospettive. Informazione e comunicazione sono attività in profonda evoluzione e in espansione, soprattutto grazie alla tecnologia».

Cosa occorre per muovere i primi passi nel settore?

«Serve una cultura generale robusta. Ormai si comunica qualsiasi cosa, quindi bisogna sapere un po’ di tutto. Le competenze tecniche vanno sviluppate in profondità. Fondamentali sono flessibilità e adattabilità ai differenti contesti».

Lo studio va unito ad esperienze sul campo?

«È impensabile ormai che lo studente non faccia esperienze lavorative mentre è all’università. Un tempo, i percorsi formativi erano più rigidi, si mandava il curriculum dopo aver conseguito la laurea. Oggi non è più così, tutto è molto più veloce».

Ci si può mettere alla prova, in modo autonomo, tra blog e social, o è meglio evitarlo?

«I social sono strumenti utili come opportunità professionale, ma anche per acquisire informazioni, sempre da verificare però. Coltivare una sana presenza sui social è importante ma deve essere discreta, non prorompente».

Eppure, spesso, è proprio chi “strilla” a ad andare più avanti.

«Dipende dall’ambito di lavoro. In alcuni, come quelli legati allo spettacolo, la quantità di follower è quasi decisiva per la riuscita professionale. Quando si vuole fare informazione professionale credo sia meglio non “urlare”».

Tanti, molto attivi sui social, non conoscono le basi del diritto all’informazione: come possono tutelarsi?

«Questa è la grande sfida: divulgare il più possibile le regole della Rete, facendo in modo che il diritto dell’informazione non sia solo per addetti ai lavori. Perciò ho fondato www.dirittodellinformazione.it. Capire se un contenuto va pubblicato o meno, o magari se va rimosso, quale foto mettere online, è questione quotidiana per i comunicatori».

Qualche consiglio per chi è alle prime armi?

«Il più importante è l’autocontrollo nella pubblicazione dei contenuti. Ci si può sempre pentire di qualcosa ma poi è difficile far sparire ciò che si è messo online. Meglio contare fino a tre prima di pubblicare. Bisogna sempre avere rispetto degli altri. E non si deve sostituire la vita reale con quella virtuale».

Crede che i giovani mediamente siano preparati a questo?

«Sono un po’ sprovveduti, ingenui e leggeri nelle scelte digitali. Pubblicano con disinvoltura anche contenuti pericolosi. Serve più cultura digitale, andrebbe introdotta a scuola già alle medie».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Ottobre 2023, 17:38
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