Vittorio Emanuele di Savoia, cosa va in eredità al figlio: i gioielli contesi, le ville (all'estero), i tesori pescati in mare

Lunedì 5 Febbraio 2024, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 10:06

I gioielli della Corona

Anche i gioielli di famiglia sono stati oggetto di vendita, tra cui un anello con acquamarina, un braccialetto con piccoli smeraldi e anelli con smeraldi, rubini o perle. Nel 2007, la sorella di Vittorio Emanuele, Maria Gabriella, vendette diversi gioielli Savoia a Londra, attirando l'attenzione mediatica.

Tuttavia, rimane un mistero sui famosi Gioielli della Corona, conservati nel caveau di Bankitalia. Questi gioielli non sono considerati parte dell'eredità della Casa Savoia, ma sono gioielli personali acquistati per regali e anniversari. Pertanto, spetterebbe in eredità a Emanuele Filiberto il collare d'oro dell'Annunziata e il diadema di Marina di Savoia, che avevano un significato particolare per la famiglia reale.

I gioialli furno confiscati tre giorni dopo la nascita della Repubblica, sancita con il referendum del 2 giugno del 1946. Il ministro della Real Casa, Falcone Lucifero, su incarico di Umberto II, consegnò i gioielli all’allora governatore della Banca d’Italia, Luigi Einaudi, futuro presidente della Repubblica. Nel verbale di consegna del 1946 del ministro Lucifero è scritto: «Si affidano in custodia alla cassa centrale, per essere tenuti a disposizione di chi di diritto, gli oggetti preziosi che rappresentano le cosiddette gioie di dotazione della Corona del Regno». Con la speranza che, prima o poi, i gioielli tornassero nelle mani dei Savoia. Emanuele Filiberto di Savoia, nipote di Umberto II, interpellato sulla vicenda disse: «Mio nonno scrisse a chi di diritto, e ad avere quel diritto sono gli eredi. I gioielli sono di casa Savoia e ci dovrebbe essere una restituzione, poi, come ho sempre ripetuto andrebbero esposti in Italia perché fanno parte della storia italiana».

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