Suicidio assistito e sedazione, le scelte dolorose (ma consapevoli) di Laura, Massimiliano e Daniele

Sabato 28 Ottobre 2023, 09:58 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 15:16

La storia di Laura

«Laura aveva capito che non c’era più nulla da fare. Soffriva non solo per lei perché stava morendo ma per noi che la vedevamo in quello stato».

Laura Lonzi era tante cose: moglie di Antonio Salerno, madre e maestra. Ma soprattutto era una donna che sapeva quel che voleva. A 37 anni ha deciso di dire basta. Nata a Firenze, aveva un tumore raro, un carcinoma surrenale, quando si è rivolta a File, fondazione che si prende cura delle persone con malattia cronica e promuove la cultura delle cure palliative. Dopo otto mesi dalla scoperta della malattia si è sottoposta alla sedazione profonda per addormentarsi per sempre nel suo letto a giugno dell’anno scorso.

Aveva troppi dolori, le avevo chiesto di aspettare qualche giorno per tenerla con me più tempo" racconta Antonio Salerno. «È stato un percorso condiviso. Medici e psicologi ci hanno seguito passo dopo passo, anche dopo la morte. Non oso immaginare cosa avrebbe subito senza cure palliative. Laura ci ha preparato a tutto, era molto pratica. Credo che nell’ultimo mese avrebbe accettato anche il suicidio assistito. Non mangiava non beveva, aveva solo le flebo. Nulla aveva più senso. Provava talmente dolore che soffriva se il nostro bambino la sfiorava. Non si può immaginare quella sofferenza. È assurdo non potersi far addormentare se non c’è più cura. Mi manca ma abbiamo fatto la cosa giusta» conclude.

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