Michelle Causo uccisa a Primavalle, il movente: forse un debito di 30 euro. I genitori: «Era innamorato, lei lo ha respinto»

Venerdì 30 Giugno 2023, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 16:18

Le minacce: ti facciamo la festa

Chi sa dove abita va sotto il portone e grida: «A quello gli facciamo la festa». Chi vede una sua foto sui social commenta con odio: «devi marcire», «non devi vivere», «guardati le spalle». Il 17enne fermato per la morte di Michelle Maria Causo, che nei profili dei suoi social scimmiotta atteggiamenti da trapper, tra spinelli e ostentazione di capi firmati, è oggetto nelle ultime ore di minacce sui social e non. C'è chi pubblica una foto di Michelle come tributo alla ragazza ma poi scrive 'Pezzo di m., sotto le mie mani devi starè, riferendosi al giovane fermato. O chi, che nei commenti di un video dice: 'Giustizia privata punto. Per un figlio morto'.

Ely chiede: 'Quando si commettono reati di ogni genere mettere foto e nome e cognome di sti personaggì. Insomma nei social si invoca la forca e la gogna. Commenti e status che invocano la giustizia privata, la vendetta, la morte mentre scorrono le immagini del 17enne avvolto in una nuvola di fumo delle 'cannè che gesticola accompagnando con le mani una canzone trap. «Al ragazzo spero che in galera fanno quello che devono fare!!!», scrive una ragazza. In una canzone d'amore che il 17enne pubblica senza video con un reel sul suo profilo Instagram i commenti, pesanti, nelle ultime ore sono diventati tantissimi, come quello di Azzurra: «Grandissimo bastardo, prima le dedichi le canzoni e poi la uccidi. Non ti si può nemmeno definire un uomo, perché l'uomo ama e rispetta la propria donna, non la uccide. Tu sei solo un povero verme schifoso». Le fa eco Sofia: «Devi soffrire ogni singolo giorno per la cosa che hai fatto».

Le parole più sentite sono quelle delle ragazze, forse coetanee di Michelle, forse amiche della ragazzina. Invocano pene severe, si dicono esasperate e spaventate dalla scia di sangue dei femminicidi che sembra inarrestabile e non si ferma neanche nelle giovani generazioni. «In Italia - scrive Chiara - anche se commetti un omicidio del genere poi te la cavi». Così Nicoletta: «Ho paura di questo mondo, un'atrocità dietro l'altra, e le vittime sono sempre donne o bambini». La paura più grande è che il mostro ti stia accanto e non conosca età e amicizia. «Eri un suo amico, avevi la sua età, eri giovane ma perchè lo hai fatto? Perchè?», si chiede Sara. «È una cultura che rischia di ammazzarci tutte», conclude amaramente.

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