Marina Cicogna, la prima produttrice italiana morta a Roma: la malattia, la compagna (poi figlia adottiva), gli amori e le cronache rosa

Sabato 4 Novembre 2023, 15:41

La produzione

L'amico Franco Zeffirelli l'accusa di finanziare solo i registi 'rossì ed ecco che lei gli produce «Fratello Sole, sorella Luna» (1972). Nel 1972 punta su Lina Wertmuller e produce «Mimì metallurgico ferito nell'onore» (1972), vorrebbe Marcello Mastroianni e Monica Vitti e non Giancarlo Giannini e Mariangela Melato; ma dopo certe incomprensioni per «Film d'amore e d'anarchia» (1973) Cicogna rifiuta «Travolti da un insolito destino», di cui poi si pentirà. Conclude la sua carriera di produttrice con «Lo chiameremo Andrea» (1972) e «Una breve vacanza» (1973), entrambi diretti da Vittorio De Sica. Una carriera interrotta dalle difficoltà finanziarie della sua società dopo la tragica morte del fratello. Tra tanti classici, resta il dispiacere per non aver potuto produrre «Il conformista» di Bernardo Bertolucci e «Il portiere di notte» di Liliana Cavani. Un decennio avventuroso e sfavillante di produttrice, si chiude per Marina Cicogna con qualche film per stare accanto all'amata Florinda Bolkan («Il sorriso del grande tentatore», «Le orme»). Nel 1976 Alberto Sordi la convince a recitare una piccola parte nel suo «Il comune senso del pudore».

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